Venerdì 19 aprile 2024, ore 18:17

Economia 

Pnrr, la Ue apre a modifiche 

Le richieste di modificare il Pnrr già si moltiplicavano da settimane, ma ora c'è anche una data per avviare il processo formale assieme alla Ue: l'iter comincerà a gennaio, dopo che il Governo presenterà al Parlamento la relazione aggiornata sullo stato di avanzamento delle riforme e degli investimenti, facendo il punto sulle difficoltà che molti Ministri stanno evidenziando. Intanto, è sempre più vicina la scadenza di fine anno: sono 55 gli obiettivi da centrare entro il 31 dicembre, e ne mancano ancora 30. Una cabina di regia, la prossima settimana, farà il punto su quelli alla portata, cercando lo sprint di fine anno che assicuri la terza rata da 19 miliardi di euro. Il ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, ha aggiornato i deputati che lo interrogavano proprio sull'attuazione del piano di rilancio italiano, preoccupati dalle difficoltà, tra cui i costi delle opere ormai non più realistici. Fitto ha annunciato che da gennaio sarà avviato l'iter di modifica del programma, come prevede l'articolo 21 del regolamento europeo che istituisce il Pnrr. Secondo le regole, se il piano non può più essere realizzato in tutto o in parte, a causa di circostanze oggettive, lo Stato può presentare alla Commissione una richiesta motivata e una proposta di modifica. Se le motivazioni vengono accolte, la decisione passa al Consiglio per l'ok finale. Il team di Bruxelles, durante la sua missione a Roma per verificare il lavoro del nuovo governo sul Pnrr, aveva già aperto alle modifiche. Una disponibilità confermata anche nel recente incontro a Milano tra il presidente della Repubblica Mattarella, il ministro degli Esteri Tajani e la presidente della Commissione Ue von der Leyen. Le modifiche, però, dovranno limitarsi agli investimenti, in particolare a quelli i cui costi sono lievitati a causa del caro-materiali. Sulle riforme, invece, non ci sono margini per cambiamenti perché sono proprio il banco di prova su cui Bruxelles misura l'impegno dell'Italia a cambiare.
Anche la Ragioneria dello Stato va in pressing, sollecitando le amministrazioni a comunicare lo stato di attuazione degli obiettivi entro il 23 dicembre.
L’Italia ha già ricevuto 67 miliardi dalla Ue in erogazioni per il Pnrr, e ne riceverà altri 53 miliardi entro la fine del 2023, se rispetterà tutti i parametri. ”Sono cifre enormi, che ingolosiscono la malavita, anche organizzata. Il rischio di corruzione e di infiltrazioni criminose in Italia diventa per questo più elevato. Dobbiamo quindi intensificare la lotta alla corruzione”, afferma il presidente dell'Anac, Giuseppe Busia, in occasione della Giornata Internazionale contro la corruzione. Secondo i dati raccolti dalla Guardia di Finanza il valore della corruzione in Italia nel quinquennio 2017-2021 tocca quota 34 miliardi, per una media di 7 miliardi l'anno.
Da Bruxelles intanto viene sottolineato: in Italia c’è un buco nero da oltre 26,2 miliardi nel quale finisce l'Iva non riscossa. E così il nostro Paese per l'undicesimo anno di fila è il Paese in Europa dove l'evasione dell'imposta sul valore aggiunto crea il danno più pesante per le casse pubbliche. E la piaga è ancor più grave se vista dalla prospettiva dell'intero Continente, oggi impegnato a far fronte al caro energia, che nel 2020 della pandemia ha visto sparire 93 miliardi di euro.
Giampiero Guadagni

( 9 dicembre 2022 )

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