Mercoledì 24 aprile 2024, ore 19:10

Lavoro

Poletti: allo studio un taglio stabile del cuneo contributivo

"Stiamo valutando possibili interventi sul cuneo contributivo, per abbassarlo e il problema è farlo stabilmente nel tempo", rendendo la misura "definitiva". Così il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. "Considero sbagliate" ha poi spiegato Poletti, le politiche di austerità che "hanno innalzato seccamente, di 5 anni, l'età del pensionamento", ciò ha creato un 'muro' all'ingresso dei giovani nel mercato del lavoro. Alla domanda se allora non condividesse la riforma Fornero, Poletti risponde: "doveva essere fatta in maniera diversa, serviva gradualità".

E prevede un abbattimento del 50% dei contributi a carico dei datori per due/tre anni: in pratica, si passerebbe dall'attuale 30-33% al 15%, con un limite di esonero fino a 3mila euro l’anno. Per rendere poi la misura strutturale verrebbe previsto un “incentivo successivo” al termine del periodo di contribuzione agevolata al 15%. Vale a dire, invece che tornare a un prelievo contributivo pieno del 30-33% si punterebbe a limarlo in maniera stabile di tre o quattro punti percentuali per portarlo cioè al 29-30%.

Non solo. Per dare una spinta ai consumi Poletti ha spiegato che c'è un "tema d'incremento salariale", di "massa salariale disponibile che deve crescere". Di qui l’ipotesi di rafforzamento dei premi di produttività. "C'è già una norma che premia il welfare e il salario di produttività io credo che vada confermata" e, visto che "ha funzionato bene andrebbe, se si può, anche incrementata", ha dichiarato il ministro del Lavoro. Quanto ai dati riportati ieri dalla commissione Ue sul record italiano dei Neet (giovani che non lavorano, non studiano e non fanno formazione), il ministro ha dichiarato che la soluzione va anche cercata attraverso politiche "di accompagnamento" e provando a fare incontrare domanda e offerta di lavoro.

Quanto all’Ape volontaria dovrebbe essere pronta, "utilizzabile", per "i primi giorni di settembre" ha assicurato Poletti. Intanto è stata partenza “boom” per le domande di pensionamento anticipato attraverso gli scivoli previsti per l’Ape social e per i lavoratori precoci.

Una pensione di garanzia per i giovani e scivoli all’uscita non generalizzati, per tutti i lavoratori, ma per le fasce deboli, come le donne e chi svolge lavori faticosi. Queste sono "le bussole" che seguirà il Pd per mettere a punto una sua proposta di riforma, dando una spinta al dibattito, finora ancora non decollato, sulla cosiddetta ’fase duè. A mettere al centro le questioni, nuove generazioni e flessibilità sull’età, è il responsabile dem per il lavoro e l’economia, Tommaso Nannicini. Insomma un mix di misure, da inserire nella prossima legge di Bilancio, per una revisione, seppure parziale, delle passate operazioni, in primis quella targata Fornero. Ne ha parlato davanti ai leader sindacali e dopo che il ministro del lavoro, Giuliano Poletti, focalizza l’attenzione su donne e giovani. Il "sentiero" per gli interventi, ammette Nannicini, è "stretto" ma le novità non mancheranno. E a lanciare un’ipotesi già robusta per dare un paracadute ai nati negli anni Ottanta, pienamente nel contributivo, è il consigliere di Palazzo Chigi, Stefano Patriarca, che suggerisce di introdurre anche nel sistema contributivo "un minimo previdenziale, come nel retributivo, pari, si può immaginare, a 650 euro mensili per chi ha 20 anni di contributi, che possono aumentare di 30 euro al mese per ogni anno in più fino a un massimo di mille euro". La pensione di garanzia scatterebbe per chi ha raggiunge i requisiti di età, ma si dovrebbe intervenire anche sugli anticipi, dice Patriarca, sganciando il legame con l’importo che oggi limita le uscite.

E ancora, continua il consigliere di palazzo Chigi, bisognerebbe immaginare "un sistema di redditi ponte» attraverso l’Ape sociale, quella volontaria e la previdenza integrativa. Sarebbe questo l’unico modo «gestire l’innalzamento dell’età", che vista la crescita dell’aspettativa di vita sembra "ineluttabile". Certo bisogna mettere mano al portafoglio, Patriarca pensa a un fondo di solidarietà per il sostegno alle basse contribuzioni. E Nannicini anticipa le critiche: le tutele per i giovani andrebbero finanziate dalla fiscalità generale ma chi dice a chi direbbe che è "una fregatura" risponde che il contrario sarebbe "un furto intergenerazionale". Per il responsabile economico del Pd, bisognerebbe rendere poi "strutturale l’Ape social", dopo un dovuto tagliando sul primo anno. E invita anche ad accelerare su l’Ape volontaria, per stringere entro settembre. Quando al delicatissimo adeguamento automatico all’aspettativa di vita, Nannicini invita a evitare discorsi superficiali e apre ad aggiustamenti del tasso di sostituzione per chi è nel contributivo puro (per evitare assegni troppo bassi). Per gli altri invece l’intervento sarebbe calibrato sulle tipologie di lavoro, con agevolazioni per le attività gravose.

Approfondimento domani su Conquiste tabloid

 

( 18 luglio 2017 )

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