Giovedì 25 aprile 2024, ore 23:16

Agricoltura

Riso, verso decreto per origine controllata

L'Italia proverà a sperimentare l'origine dell'etichetta per il riso. Questo l’annuncio del ministro delle Politiche agricole e forestali, Maurizio Martina, agli agricoltori e alle mondine arrivati stamane a Roma per manifestare contro le speculazioni e gli inganni che mettono a rischio il primato del riso italiano in Europa. Hanno lasciato le risaie di Lombardia, Veneto, Emilia e Piemonte, le principali regioni di produzione, per far sentire la loro voce con cartelli, striscioni e sacchi di riso dove si legge “Da risaia a tavola prezzo aumenta di 5 volte, basta speculazioni” ma anche “+346% import riso da Vietnam, è invasione”.

Ma al centro della protesta #SosRisoItaliano ci sono anche le condizioni di sfruttamento del lavoro, l'inquinamento ambientale e i rischi per la salute dei prodotti importati low cost dall'Oriente, dove sono ammessi pesticidi vietati in Europa da decenni.

"Firmeremo un decreto con il ministro dello Sviluppo Economico Calenda- ha dunque annunciato Martina dal palco, accolto dagli applausi dei manifestanti, poco prima di abbandonare nuovamente il sit in per incontrare il collega del Mise - per sperimentare l'origine in etichetta per il riso, proprio come fatto per latte e grano".

"Chiederemo all'Europa di sperimentarlo - ha aggiunto Martina- e lo faremo solo noi, ancora una volta, mettendoci a capo dell'Europa. Siccome loro non fanno grossi passi in avanti, allora li faremo noi". L'appoggio all'Europa viene chiesto anche in virtù del fatto "che poco tempo fa l'Ue ha certificato, con un monitoraggio, che questo settore è in crisi”, ha spiegato il ministro, per il quale sul riso è avvenuta "una delle grandi contraddizioni della globalizzazione. Ci si è ispirati a principi giusti, come quello di cooperare con chi deve essere aiutato nei propri sistemi produttivi, ma poi si è visto che si ingrassa qualche multinazionale, che usa il dazio zero per vendere nei nostri mercati producendo una concorrenza sleale".

Dati della Coldiretti alla mano, oggi un pacco di riso su quattro è straniero ma il consumatore non lo può sapere e non è in grado di fare scelte di acquisto consapevoli per la mancanza dell'obbligo di indicare in etichetta la provenienza. Sotto accusa è l'introduzione da parte dell'Ue del sistema tariffario agevolato a dazio zero per i Paesi che operano in regime Eba (Tutto tranne le armi), con il riso lavorato importato in Europa senza essere sottoposto a dazi che è passato dal 35% del 2008/2009 al 68% del 2015/2016. "Un regalo alle multinazionali del commercio che sfruttano il lavoro anche minorile e impiegano intensivamente prodotti chimici vietati in Europa con danni sulla salute e sull'ambiente. Le partite ''fuorilegge'' pericolose per la salute dei cittadini - sottolinea la Coldiretti - riguardano la presenza irregolare di residui antiparassitari, di aflatossine cancerogene o altre tossine oltre i limiti, infestazioni da insetti, livelli fuori norma di metalli pesanti o la presenza di OGM proibiti in Italia e in Europa.

( 13 aprile 2017 )

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