Giovedì 25 aprile 2024, ore 19:51

Banche

Salvataggio Mps, per la Bce servono 8,8 miliardi

Riflettori puntati su Mps all’indomani della notizia delle due lettere redatte dalla Bce e indirizzate al ministero dell’Economia e delle Finanze sulla scorta delle quali l’aumento di capitale necessario al salvataggio dell’istituto nelle stime di Francoforte sale da 5 a 8,8 miliardi a carico dello Stato e degli azionisti.

I risultati dello stress test del 2016, secondo la Bce, hanno infatti registrato uno shortfall, solo nello scenario avverso, nel parametro del CET 1 fully loaded a fine 2018 pari a -2,44%, da mettersi in relazione con una soglia dell’8%; tale shortfall si traduce, secondo la Bce, in un fabbisogno di capitale di Euro 8,8 miliardi, comprensivo di tutte le componenti dei fondi propri così come previsti dalla normativa vigente.

Nelle lettere, la Bce evidenzia anche che per quanto riguarda i dati a livello consolidato, Mps è tuttora solvente, rispettando i requisiti minimi di capitale stabiliti dalla normativa Sono altresì rispettati i requisiti di Pillar 2 per quanto concerne il capitale. La posizione di liquidità della Banca ha subito un rapido deterioramento tra il 30 novembre 2016 e il 21 dicembre 2016, come evidenziato dal calo significativo della counterbalancing capacity (da 14,6 miliardi di euro a 8,1 miliardi di euro) e della liquidità netta a 1 mese (da 12,1 miliardi di euro, pari al 7,6% del totale delle attività, a 7,7 miliardi di euro, pari al 4,78% del totale delle attività).

Il conto ai lavoratori è stato già presentato. Lo scorso 23 dicembre, infatti, i sindacati hanno siglato un'intesa che prevede altre 600 uscite di personale dalla banca toscana. “Credo che adesso i lavoratori del Monte dei Paschi abbiamo dato anche troppo”, commenta Giulio Romani, segretario generale di First Cisl, primo sindacato del settore finanziario italiano.

“È ora che anche i manager si assumano le loro responsabilità e che si torni a riconoscere ai lavoratori del Monte dei Paschi il loro insostituibile valore, dimostrato ancora una volta dallo sforzo straordinario di tutta la rete che, pur in condizioni proibitive, è riuscita a raggiungere, in pochi giorni, attraverso le conversioni dei bond subordinati, l’incredibile risultato del 50% dell'obiettivo di ricapitalizzazione. L’auspicio è che questa legittima aspettativa trovi risposta in un nuovo coraggioso piano industriale”.

“Proprio nel giorno del varo del decreto salva-risparmio – aggiunge Fabio Brunamonti, responsabile First Cisl nel Monte dei Paschi – il sindacato ha cercato di dare una risposta socialmente sostenibile alla richiesta aziendale di taglio dei costi, tenendo conto dell'esigenza di uscita dei lavoratori più anziani e del diritto dei dirigenti di utilizzare quegli ammortizzatori di settore che hanno contribuito a pagare”.

L’accordo siglato al Monte dei Paschi prevede l'accesso volontario di 600 lavoratori al fondo esuberi di settore per un massimo di 60 mesi a partire dal 30 aprile 2017, con priorità per le domande del personale con maggior prossimità alla maturazione dei requisiti pensionistici e con inclusione del personale dirigente nelle fasce retributive più contenute. È prevista un’incentivazione aggiuntiva per le retribuzioni più basse, nonché una specifica incentivazione in caso di utilizzo dell’opzione donna da parte di un massimo di 60 lavoratrici. Vengono inoltre mantenute per il personale coinvolto le coperture assistenziali e le agevolazioni creditizie.

Il titolo Mps resta intanto sospeso a Piazza Affari. Lo ha comunicato stamane Borsa Italiana che mantiene in atto il provvedimento scattato prima di Natale a seguito di una disposizione della Consob.

( 27 dicembre 2016 )

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