Il mini condono, inserito dall’ennesima manina “anonima” nel decreto Sblocca Cantieri, viene cancellato. Dopo la levata di scudi del M5S, la norma sulla sanatoria prevista nella precedente bozza all’articolo 37 bis non è presente nell’ultima versione. Non è prevista nemmeno l’eliminazione della soglia del 30% per il subappalto che figurava in uno Schema di decreto: le modifiche contenute nell’ultima bozza eliminano solo l’obbligo di indicazione della terna dei subappaltatori. I cinque articoli riguardano invece: modifiche al codice dei contratti pubblici, disposizioni sulle procedure di affidamento in caso di crisi di impresa, semplificazione della disciplina degli interventi strutturali in zone sismiche, commissari straordinari, Agenzia nazionale per la sicurezza delle dighe. “Non ci sarà nessuna liberalizzazione del subappalto - ha assicurato il vicepremier, Luigi Di Maio -. Ci sono tante norme a causa delle quali i cantieri vanno a rilento. Noi sottraiamo un po’ di leggi inutili, di procedure stratificate in questi anni. E questo ci consentirà di passare dalla consegna dei lavori da 3 anni a 18 mesi”. Il provvedimento è atteso sul tavolo del Consiglio dei ministri oggi.
Sui cantieri e sul settore costruzioni in generale, i sindacati hanno presentato al Governo le proprie proposte e chiesto un tavolo politico. Nell’incontro di lunedì al Mit, giudicato “inutile”, Cgil Cisl e Uil di categoria e confederali hanno ribadito che “ridurre lungaggini burocratiche e accelerare i cantieri assegnati ma bloccati non significa tornare al massimo ribasso, liberalizzare il sub appalto o l’attività prevalente, rilanciare il General Contractor e quindi le ‘varianti allegre’, ridurre le tutele antimafia”.