Tim apre con Open Fiber ma l’eventuale collaborazione riguarderebbe solo la fibra fino a casa, l’Ftth. Un unico player potrebbe essere meglio e siamo aperti a collaborare - dice l’ad Amos Genish - speriamo che Open Fiber sia altrettanto aperta al dialogo e vedremo se è possibile avere un’unica azienda con un denominatore comune.
Sul tavolo ad oggi niente di concreto e, secondo quanto si apprende, solo contatti informali a livello tecnico e con gli azionisti per capire se la strada sarebbe percorribile.(
Intanto i lavoratori di Tim, nelle assemblee che si sono svolte tra il 12 e il 18 giugno in tutta Italia, hanno approvato l’accordo sottoscritto da Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil.
La consultazione, riportano i sindacati, ha visto un grandissimo riscontro partecipativo (16.947 votanti), in 15.650 hanno votato a favore, 671 sono stati i contrari e 626 gli astenuti. "Un risultato che premia e riconosce l’impegno e la responsabilità del sindacato confederale" commentano i sindacati ribadendo "dopo questo ennesimo atto di responsabilità nel sottoscrivere un importante accordo di tenuta, la necessità del consolidamento del patrimonio industriale e professionale dell’intero perimetro del gruppo Tim, della sua Rete, dei suoi assets".
Bisogna dire che iIl 27 marzo Tim ha notificato all’Autorità per le Comunicazioni (Agcom) il progetto di separazione volontaria della rete che porterà ad una società controllata al 100% con propri asset e dipendenti. "In poche settimane ci aspettiamo un parere, vedremo quale sarà il nuovo quadro normativo che probabilmente sarà pronto per fine anno", ha sottolineato Genish. "L’Agcom ha visto positivamente la nostra decisione di separare la rete, ci aspettiamo una versione aggiornata del quadro normativo", ha aggiunto ricordando che nell’arena si sono affacciati "nuovi competitor di piccole dimensioni ma con grandi ambizioni".
Nel nuovo contesto sarà sempre compito dell’Authority stabilire le politiche di prezzo. Questo - aggiunge Genish - ci consentirà di fare migliori investimenti. L’ad ha fatto anche il punto sui primi mesi di esecuzione del nuovo piano. "I pilastri fondamentali sono quattro: la customer satisfaction, la leadership in alcuni segmenti e nei mercati chiave, l’aumento del flusso di cassa e l’organizzazione aziendale", ha ricordato Genish.
In particolare in questi primi sei mesi il Brasile va benissimo; in Italia sono migrate alla fibra 600 mila linee e altrettanto è atteso nel secondo semestre, prosegue la convergenza fibra e mobile così come il lavoro sui contenuti. Il piano DigiTim ha un arco temporale di tre anni non di pochi trimestri - ha sottolineato il manager - è una lenta ma grande trasformazione che richiede tempo. Intanto si è sciolto il nodo cassa integrazione: "C’è un problema esuberi che verrà risolto nel tempo, i contratti di solidarietà sono un importante passo in avanti e l’isopensione ci aiuterà a risolvere il problema". "Il dialogo con il ministro Di Maio ha portato risultati non facilmente raggiungibili. Sono d’accordo - aggiunge il manager - con la sua proposta di ridurre l’età di pensionamento per esempio per i tecnici o i lavori più usuranti e questo aumenterà le possibilità di lavoro per i giovani", ha aggiunto. "Non potrei essere più soddisfatto - conclude Genish - stiamo realizzando tutti gli indicatori chiave di performance (Kpi) e siamo sicuri e fiduciosi di realizzare gli obiettivi del piano".
Naturalmente Open Fiber ha accolto con favore l’apertura di Tim che conferma ulteriormente l’interesse che il mercato sta dimostrando verso una rete integralmente in fibra ottica in modalità FTTH. "Open Fiber è un operatore di rete all’ingrosso (wholesaler) e in quanto tale, come più volte manifestato, è aperta a collaborazioni con chiunque valorizzi gli investimenti che la società sta facendo sulla nuova infrastruttura in fibra ottica", ha commentato l’azienda.