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Tim: ok al piano. E si allea con la rivale Vodafone per il 5G

Tim vuole essere normale e tornare a remunerare i soci con un dividendo. È l’obiettivo, non banale, del piano dell’ad Luigi Gubitosi. Al Financial Times , prima ancora di sottoporre il bilancio e l’approvazione del suo piano 2019-2021 al cda (che impiega oltre 7 ore di discussione per approvarlo) aveva dichiarato che il gruppo ha "una lunga storia di grandi annunci e piccoli risultati" mentre la sua "ambizione è diventare una società normale che porta a termine il piano e paga dividendi". Gubitosi non mette ancora mano al dossier più caldo, quello della Rete per il quale però ha già posto le basi discutendone con l’ad di Open Fiber Elisabetta Ripa. I tecnici sono al lavoro su 4 tavoli tematici, rete, regolatorio, commerciale e finanza per definire il perimetro, rispondere alle osservazioni dell’Authority, prevedere le complicazioni Antitrust e assegnare un valore all’asset, punto su cui maggiormente il mercato chiede chiarezza.

Sembra presto però per parlare di numeri. Il 5G invece si conferma la scommessa per il futuro, così importante da avvicinare ’diavolo e acqua santa’, con un’operazione che porterà Vodafone e Tim ad avere la stessa partecipazione nel capitale di Inwit (oggi Tim ne controlla il 60%) e pari diritti di governance, "senza dover lanciare un’offerta pubblica di acquisto sulle azioni" quotate in Borsa.

I due rivali di sempre per ora hanno firmato solo un accordo non vincolante ma allo studio c’è la condivisione della componente attiva della rete 5G e 4G, l’ampliamento della collaborazione passando dagli attuali 10 mila siti (circa il 45% del totale delle torri delle due società) a una copertura su base nazionale, fino all’aggregazione delle 22 mila torri in Italia (11 mila quelle di Vodafone).

"Vedo l’opportunità di rilevanti sinergie e la migliore opzione per avviare la crescita per linee esterne di Inwit ", ha commentato l’ad Giovanni Ferigo che ha ricevuto mandato ad avviare la negoziazione ma che per ora ha presentato un piano al 2021 basato solo sulla crescita organica (con investimenti per 250-300 milioni e un recurring free cash flow target nel 2021 superiore a 200 milioni).

Il cda di Tim ha anche approvato il bilancio da presentare agli analisti. Il consensus stimava ricavi per 19,2 miliardi (-3,4% su base organica ma in crescita dello 0,4% se non ci fosse l’effetto cambi) con l’Italia che contiene il calo all’1% a 15,2 miliardi. Con i risultati preliminari è stata già data disclosure sull’ebitda di gruppo (8,1 miliardi) e se non ci saranno ulteriori svalutazioni il conto dovrebbe chiudersi con un rosso di 500 milioni di euro.

La riunione non deve essere stata facile. Al termine bocche cucite e l’ex ad Amos Genish, ancora in cda a rappresentare Vivendi ha solo sottolineato: ”Non è il mio piano DigiTim, è un altro piano e ne parla Gubitosi".

( 22 febbraio 2019 )

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