I risultati preliminari del 2018 e le previsioni per il 2019 che affossano Tim in Borsa (-7,7% a 0,48 euro) non sono una vera sorpresa per il mercato, vista la concorrenza che il gruppo affronta in Italia, ma costringe a fare i conti con la realtà. Lo sintetizza l’analista di Bernstein che non fa sconti e osserva che "le stime per il 2019 diffuse in maniera opaca suggeriscono che la cattiva notizia con ogni probabilità continuerà a scorrere dato che la società sembra essere alla deriva in acque turbolente". I numeri più cauti delle attese che aveva Equita, la quale si aspettava un Ebitda domestico flat pesando una maggiore incisività sui costi rispetto al 2018, fanno osservare alla società di investimento che il nuovo Ceo Luigi Gubitosi abbassa la base di partenza del nuovo piano e le aspettative per il 2019. Alla luce delle indicazioni fornite dal gruppo di tlc gli analisti di Equita rivedono intanto l’Ebitda 2019 del 4-5% (8,1 miliardi con un domestico atteso in calo del 3,3%, compensato dal Brasile) e l’utile e il Free cash flow del 15% (circa 1 miliardo). "Il calo dei target precedenti e il trend negativo dell’Ebitda non sono davvero una sorpresa ma l’ampiezza del taglio è maggiore delle aspettative e l’andamento del debito è negativo", commenta Banca Akros che sottolinea come l’utilizzo di un warning formale è nuovo per Tim. Gli analisti della banca aggiustano così le stime per l’intero 2019 e includono un debito più alto. Nell’osservare che, al termine del Cda, Tim ha alzato il velo a sorpresa sui risultati preliminari del 2018, osserva Mediobanca, che non considera invece le previsioni per il 2019 una sorpresa. "Ora è nota la parte brutta della storia mentre non sappiamo ancora che azioni che il Ceo intende adottare per ristrutturare", scrivono gli analisti di Piazzetta Cuccia guardando alla presentazione del piano al Cda del 21 febbraio prossimo, insieme a dati definitivi.