Giovedì 25 aprile 2024, ore 10:18

Tlc

Tim, Vivendi contro Elliott. In pressing anche la Consob

Restano agitate le acque in casaTim dove si sta consumando un duro scontro tra Vivendi e il fondo americano Elliott per il controllo del gruppo di tlc. Nel pomeriggio di oggi è stato convocato un cda straordinario dopo che la Consob, che da tempo ha acceso un faro sulla gestione dei francesi, ha chiesto di integrare le informazioni a disposizione dei soci in vista dell’assemblea del 24 aprile. In quella sede gli azionisti dovranno esprimersi sulla revoca di sei consiglieri espressi da Vivendi. L’integrazione dell’ordine del giorno dell’assemblea, chiesta da Elliott e respinta dal cda, è stata imposta dal collegio sindacale, contro la cui decisione un consiglio spaccato, con il voto contrario di tutti i cinque esponenti di Assogestioni, ha proposto un ricorso d’urgenza al Tribunale civile di Milano. Il procedimento, a cui si è associata Vivendi, è stato assegnato al giudice Elena Riva Crugnola, che, prima dell’assemblea, dovrà decidere se consentire o meno di votare la revoca di un board che i francesi considerano già decaduto alla luce delle dimissioni in mas sa dei propri rappresentanti.

Da Tim non filtra nulla. L’iniziativa della Consob non arriva come un fulmine a ciel sereno. Da tempo l’authority di Borsa sta contestando la gestione dei francesi, a cui ha imposto, tra l’altro, la direzione e il coordinamento. Dopo le dimissioni dei consiglieri di Vivendi, alcuni dei quali indipendenti, l’authority aveva avviato una serie di accertamenti avvalendosi dell’articolo 115 del tuf che consente di richiedere informazioni, convocare amministratori ed eseguire ispezioni. In attesa di capire se lo showdown tra francesi e americani si consumerà il 24 aprile o il ricorso d’urgenza farà slittare il confronto al 4 maggio, quando è convocata un’altra assemblea per eleggere ex novo il cda, tornano a farsi sentire i proxy advisor, i consulenti dei fondi che già hanno sposato le richieste di Elliott per il 24 aprile, invitando a votare la revoca dei consiglieri di Vivendi. Iss, principale proxy advisor con Glass Lewis, ha invitato a votare la lista di Elliott. Il fondo Usa «ha presentato argomenti convincenti per dimostrare che un cambio a livello di board è necessario e la presenza dei suoi candidati indipendenti per il cda di Tim dovrebbe dimostrarsi positiva per gli azionisti nel lungo termine», si legge nella nota che critica i conflitti di interesse dei francesi, e promuove invece la "lista completamente indipendente" di Elliott.

Tra le ragioni per un cambio della guardia anche le "difficili relazioni" tra francesi e governo italiano, come dimostrano le parole del ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, che ha definito Vivendi un "pessimo azionista". Intanto l’assemblea del 24 aprile si preannuncia molto affollata con una partecipazione che, secondo indiscrezioni, potrebbe avvicinarsi al 70% del capitale agevolando il ’ribaltonè: Elliott potrà infatti contare sul supporto di gran parte del mercato, dai fondi di Assogestioni a quelli esteri, dalla Cdp al gestore tedesco Svm per finire con i piccoli soci dell’Asati.

Ieri il fronte a favore di Elliott nella battaglia su Tim si è ampliato: si è aggiunto il fondo attivista tedesco Shareholder Value Management (Svm) che ha dichiarato ufficialmente una partecipazione nella società Tlc dell’1%, che potrebbe presto raddoppiare.

Piccoli tasselli che, secondo fonti finanziarie, avvicinano Elliott al 35% dei consensi mentre Vivendi conta per ora sul suo 24% scarso, con l’obiettivo di rinviare l’assise per cercare alleati. È questo il senso del ricorso legale al Tribunale di Milano, ma intanto alla scadenza per il deposito delle azioni valide ai fini dell’assemblea del 24 aprile la sensazione è che si vada a un record ben oltre il 60% degli azionisti presenti.

Non è un bel segnale per il gruppo francese, che potrebbe aver già messo in conto di perdere la maggioranza del Cda accontentandosi di garanzie sulla gestione. Per ora non avrebbe una exit strategy da Tim, per attendere invece la creazione di valore dallo scorporo della rete. Ed eventualmente muoversi quando il titolo sarà a un prezzo che non faccia accusare minusvalenze. Se avessero ragione le stime di Elliott, la rete all’interno di

Tim varrebbe circa 9 miliardi, ma se venisse creata una newco con quotazione in Borsa potrebbe arrivare ai 15 miliardi. Gli analisti quotano in un simile scenario un aumento del prezzo del titolo Tim attorno ai 30 centesimi, che porterebbero l’azione sopra quota 1,07 di carico del gruppo Tlc nei bilanci Vivendi. Prima dell’assemblea di

Tim, in attesa comunque dell’esito del ricorso della società e del socio di controllo, giovedì c’è quella del gruppo guidato da Vincent Bollorè, ma difficilmente sarà la sede dalla quale potranno venire novità strategiche. Anche perchè solo nelle ultime settimane Vivendi sembra aver accusato qualche debolezza dalla poco fortunata campagna d’Italia: dai massimi recenti di gennaio ha perso il 14% mentre

Tim è salita sulla speculazione post-Elliott, pur con una frenata nella ultime sedute. Da inizio aprile, quando è stata chiara la scalata del fondo americano, il titolo del gruppo Tlc è salito del 12% a un massimo di 0,88 euro. Quindi, secondo gli analisti, Vivendi resterà in Tim per usufruire dell’ipotesi ’societarizzazionè della rete, in attesa di decidere cosa fare anche dell’ingente pacchetto Mediaset (che quota 3,2 euro contro i 3,7 di carico dei francesi) con un 19,95% appena trasferito a una fiduciaria per ottemperare agli obblighi Agcom.

( 17 aprile 2018 )

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