Nell’anno dell’avvio del reddito di cittadinanza, il Rapporto Eurispes ci ricorda l’esistenza dei lavoratori poveri, milioni di italiano a cui un lavoro non basta. Ma rivela anche che dal 2013 le condizioni economiche degli italiani sono migliorate. Almeno fino all’anno scorso. Ma andiamo con ordine. Il 58,3% di quanti hanno partecipato all'indagine dell'Eurispes afferma di avere un lavoro. Più della metà del campione (54,2%) dichiara che la sua posizione lavorativa gli permette di fare progetti per il futuro: nel 2013 i pessimisti erano il 64%. Resta comunque alta la percentuale di quanti non hanno questa sicurezza (45,8%). Un lavoratore su cinque dichiara invece di dovere fare un secondo lavoro per far quadrare i conti.
Il 69,5% di chi lavora non si sente nelle condizioni di dover cercare una nuova occupazione. Il 53,2% può sostenere con il proprio lavoro spese come l'acquisto di una casa, di un'automobile o l'accensione di un mutuo (contro il 46,8%). Rispetto al 2013 risulta aumentata di quasi 15 punti la quota di quanti possono permettersi determinate spese. Rispetto a 6 anni fa, aumenta di più di dieci punti percentuali la quota di quanti si sentono sicuri di garantire una stabilità alla propria famiglia grazie al proprio lavoro (dal 46,5% al 56,8%).
Altro dato allarmanete è quello relativo alla percentuale di italiani - 45% - che deve attingere ai risparmi per arrivare a fine mese. Il 41,8% dei cittadini ritiene che negli ultimi 12 mesi, la situazione economica del Paese sia rimasta stabile, con un valore superiore a quello del 2018 di quasi 3 punti (38,9%) e di quasi 20 punti rispetto al 2017 (22,2%). In parallelo, diminuiscono coloro che ravvisano un peggioramento (38,6%, -2,9% rispetto al 2018); contenuta in un 12,7% la percentuale degli ottimisti. Tuttavia, come detto, ben il 45,1% degli italiani afferma di essere costretto a utilizzare i risparmi per arrivare alla fine del mese (40,7% nel 2018), mentre un terzo non ha difficoltà (33%); il 22% riesce a risparmiare. Più di 1 su 4 (27,7%) incontra difficoltà a pagare le utenze; il 21,1% a sostenere le spese mediche.