Cancellazione del superticket in sanità, conferma di Quota 100 che non verrà toccata per il 2020, riduzione del cuneo fiscale a carico dei lavoratori, superbonus ed estrazione a premi per pagamenti elettronici. E, come previsto, sterilizzazione delle clausole di salvaguardia dell'Iva senza ritocchi o rimodulazionioni delle aliquote. Arriva poi il Fondo per promuovere politiche di sostegno alla famiglia, anche tramite l'assegno di natalità e contributi per gli asili nido. I dettagli saranno destinati a una delega collegata.
Sono questi i principali contenuti della legge di bilancio e del decreto fiscale approvati dal Consiglio dei ministri nella notte tra martedì e mercoledì, con la formula ”salvo intese”.
Le misure compongono la manovra finanziaria e trovano la loro traduzione sul piano contabile nel Documento programmatico di bilancio per il 2020, trasmesso alla Commissione europea. L’esecutivo Ue, informa un portavoce, ”ora inizierà l'esame dei documenti programmatici di bilancio e presenterà le sue opinioni entro il 30 novembre, in linea con il regomento”.
L'entità della manovra lievita oltre i 30 miliardi di euro e sarà coperta per oltre 14 miliardi dalla flessibilità sul deficit.
Soddisfatta la maggioranza giallorossa, dure critiche dalle opposizioni.
Il premier Conte assicura. ”Faremo emergere l'economia sommersa. Il governo vuole fare una lotta all'evasione fiscale che sia efficace e non declamata e che servirà a raccogliere circa 7 miliardi di coperture”.
Il sindacato tiene alta la guardia. Osserva la leader Cisl Furlan: ”La stretta sull'evasione fiscale è sicuramente una cosa positiva.. In Italia siamo ben oltre 100 miliardi tra evasione dell'Ipref e dell'Iva. Bisogna agire in modo determinato, coraggioso, con gli strumenti giusti perché sia efficace”.
Furlan lamenta invece nella manovra l’assenza di misure per i pensionati, ricordando che da troppi anni c'e' il blocco della rivalutazione delle pensioni. E punta il dito sulle insufficienti risorse per la pur apprezzabile riduzione del cuneo fiscale. Così come insufficienti sono le risorse destinate ai contratti pubblici.