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Lavoro 

Welfare aziendale, opportunità di sviluppo 

Se fosse esteso a tutte le imprese del settore privato, il valore del welfare aziendale potrebbe arrivare a 53 miliardi di euro. Il beneficio per le aziende sarebbe pari a 34 miliardi, tra vantaggi fiscali e possibili incrementi di produttività. Lo evidenzia il 4° Rapporto Censis-Eudaimon. Per il singolo lavoratore il beneficio sarebbe pari a quasi una mensilità in più all’anno, per un totale di 19 miliardi. Per l’87,2% delle aziende il welfare aziendale sarà sempre più importante in futuro: per il 52% perché migliorerà la coesione interna di organici sempre più diversificati nelle modalità di lavoro; per il 35,2% perché renderà disponibili servizi di welfare utili e strumenti di formazione per trasferire nuove competenze ai lavoratori. ”Più welfare aziendale, dicono le imprese. Più welfare aziendale, dicono i lavoratori", sintetizza il Rapporto che afferma come il 77,4% di loro vuole che nella propria azienda venga potenziato, laddove esiste già, o introdotto, se ancora non è stato attivato. Il dato sale all’83,1% tra i dirigenti, all’82,1% tra gli impiegati e scende al 61% tra gli operai.
”Il welfare aziendale è una formidabile opportunità per una crescita diffusa della nostra società, oltre che uno strumento di coesione sociale e di partecipazione dei lavoratori”, ha detto intervenendo alla presentazione del rapporto il segretario generale della Cisl Sbarra per il quale comunque ” bisogna fare molto di più”. Infatti ”in Italia solo un’azienda su tre pratica la contrattazione decentrata. E al Sud il ritardo si fa ancora più marcato. La soluzione sta nella contrattazione territoriale, già realizzata in settori come edilizia, artigianato, agricoltura e parti del commercio”. Per Sbarra i dati della ricerca ”sono molto incoraggianti, una fotografia puntuale e aggiornata in un momento tanto difficile della storia nazionale, una fase che ha accelerato la trasformazione del tessuto produttivo e sociale, determinando cambiamenti profondi, e per tanti versi irreversibili, nel nostro modo di intendere l’organizzazione del lavoro, le comunità produttive, i bisogni e le aspettative delle persone e delle loro famiglie”.
Ma perché il welfare aziendale sia davvero un’opportunità di sviluppo, occorre che vengano realizzate quattro condizioni: una mappatura puntuale delle analisi dei bisogni, con una verifica esaustiva sui risultati; un rapporto contrattuale costante e vicino alla persona per dare al servizio un carattere dinamico e adattivo; aumento delle competenze della bilateralità e degli strumenti paritetici di gestione; infine, va promossa la più capillare campagna di informazione tra lavoratori che spesso non sanno di avere diritto a prestazioni integrative.
Conclude Sbarra: ”Per la Cisl i tempi sono maturi per una svolta sul coinvolgimento dei lavoratori alla vita finanziaria e alla governance d'impresa, come previsto dall'art. 46 della Costituzione. Dobbiamo aprire un cammino partecipato di riforme, verso un contratto che unisca istituzioni, sindacato e mondo dell’impresa su obiettivi strategici comuni”.
Giampiero Guadagni

( 24 marzo 2021 )

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