Giovedì 25 aprile 2024, ore 22:38

Mostre

De Chirico a Bologna: barocco e neometafisico

di ALESSANDRO MOSCE'

A Bologna dal 13 ottobre 2022 al 12 marzo 2023, presso il Palazzo Pallavicini, si tiene la prestigiosa mostra dal titolo “De Chirico e l’oltre. Dalla stagione barocca alla neometafisica" (1938-1978)” a cura di Elena Pontiggia e Francesca Bogliolo. De Chirico supera i limiti dello sguardo, della logica e della ragione perché l’arte possa diventare “immortale” e suscitare al tempo stesso un certo umorismo, una leggerezza malinconica. L’estemporanea si compone di un corposo numero di opere provenienti dalla Fondazione Giorgio e Isa de Chirico di Roma. Si distinguono in modo netto due fasi della creatività dell’artista nativo di Volo: gli anni cosiddetti barocchi e quelli metafisici, che contraddistinguono, come è nota, l’intensa produzione del più visionario tra gli italiani del Novecento. La prima fase, che si protrae nel trentennio 1938/1968, è condizionata dall’influenza di maestri del passato come Rubens, Dürer e Delacroix. Le opere di De Chirico mistificano la realtà e si inoltrano in un mondo rivisitato personalmente, idealizzato. Se all’apparenza si tratta di esemplari improntati per lo più al naturalismo, si nota però un’impronta eterogenea che celebra una liricità di altri tempi. L’altra parte della mostra è dedicata alla stagione neometafisica (1968-1978), in cui De Chirico fa del sogno un’invenzione, della realtà un’interpretazione attraverso i manichini, le rovine, le torri, le ciminiere, gli archi, li spazi interni, i volti irreali, le sagome incorporee, i misteri del mondo che non vediamo se non oltre la trasparenza. La neometafisica delle opere è caratterizzata da un’intensa tonalità e densità, da oggetti ripresi nell’immobilità di uno scenario scarno di città oniriche, libere di esprimere l’impossibile. La mostra è accompagnata da un ampio catalogo edito da Silvana Editoriale, con testi di Francesca Bogliolo, Mauro Pratesi e Elena Pontiggia, a cui si aggiunge un importante contributo di Renato Barilli che testimonia l’intuizione risalente al 1973-74 sul valore della neometafisica, inquietante ispirazione per cui, per dirla proprio con De Chirico, “la realtà non può esistere nella pittura perché in generale non esiste sulla terra”. Emerge una feconda modernità che contrasta specie il cubismo e gli echi delle avanguardie. La figurazione è inverosimile quanto originale, inedita, spettrale, nella sua “qualità di cosa”.

( 29 novembre 2022 )

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