A ognuno la sua TAV. Nel caso di specie, si tratta di gasdotto. E la bocciatura è bipartisan. La francese CRE (Commission de regulation de l’energie) e la spagnola CNMC (Comisión Nacional de los Mercados y la Competencia) hanno detto no al progetto di interconnessione STEP (South Transit Eastern Pyrenees) che prevede la costruzione della parte centrale del gasdotto Midi-Catalogna che fornisce gas a Francia e Spagna. Le due autorità nazionali di regolazione hanno respinto il progetto d’investimento presentato dalla francese Terega e dalla spagnola Enagas. Dal 2015, le capacità nello scambio di gas tra i due Paesi sono salite a 225 gigavattora, di cui 60 interrompibili dalla Francia verso la Spagna. Il progetto presentato il 23 luglio scorso da Terega ed Enagas a CRE e CNMC, prevedeva di creare ulteriori capacità di scambio supplementari pari a 180 gigavattora dalla Francia alla Spagna, e a 230 dalla Spagna verso la Francia. Il costo dell’operazione è di 442 milioni di euro, di cui 290 milioni sulla rete Teréga. Secondo le autorità competenti il progetto STEP “non soddisfa le esigenze del mercato, che non ha manifestato alcun interesse commerciale verso nuove capacità di interconnessione, e non ha una sufficiente maturità per poter essere oggetto di una decisione favorevole da parte delle autorità di regolamentazione e, a maggior ragione, di essere oggetto di una decisione di allocazione dei costi transfrontaliera”. Terega ed Enagas, si afferma, non hanno presentato un progetto che offra una solida capacità di interconnessione. Per non parlare poi dell’immancabile analisi costi-benefici, che è stata fatta su 6 scenari possibili. Sui 2 più credibili, affermano le autorità competenti, l’analisi è stata negativa. Solo nei 2 casi più estremi, e cioè Gnl molto caro e forniture limitate dall’Algeria, il progetto avrebbe un beneficio netto positivo, che però sarebbe concentrato in Spagna e Portogallo, ma non in Francia. Le ONG esultano.
(Articolo completo di Pierpaolo Arzilla domani su Conquiste Tabloid)