Nelle vicende legate all’emergenza immigrazione, si incrociano tante storie. Una di queste è quella di Chamseddine Bourassine, uno dei sei pescatori tunisini fermati dalle Fiamme Gialle di Agrigento nella notte tra il 29 ed il 30 agosto scorso. I sei erano a bordo di un motopeschereccio che stava trainando verso Lampedusa un’imbarcazione di fortuna con a bordo 14 migranti. L’arresto di Bourassine, che è il presidente dell’associazione dei pescatori di Zarzis, e dei suoi compagni per favoreggiamento dell’immigrazione illegale, ha suscitato grande scalpore nella società civile tunisina, che si è mobilitata per chiederne la liberazione. Un appello dei sindacati tunisini al riguardo è stato raccolto da Cgil, Cisl e Uil, che in un comunicato unitario chiedono che la Magistratura faccia chiarezza sugli avvenimenti, “nella salvaguardia e rispetto del principio e del dovere di soccorrere in mare, come previsto dall'Articolo 388 del codice marittimo internazionale”. In particolare, i sindacati "chiedono che sia garantito il diritto di difesa equa per tutto l'equipaggio tunisino e che possano essere prese in considerazione le testimonianze presentate dall’Associazione dei Pescatori di Zarzis, più volte protagonista di salvataggi in mare".
E.C.