Giovedì 25 aprile 2024, ore 8:30

Industria

Auto, torna a crescere il mercato Ue

di Carlo D'Onofrio

Torna a crescere il mercato europeo dell’auto. Dopo il calo del 2% registrato a settembre, il secondo dall’inizio dell’anno (l’altro mese a chiudere con il segno era stato aprile, ma in quel caso avevano pesato anche le festività intervallate da lunghi ponti), le immatricolazioni sono salite del 5,9% rispetto ad un anno fa e del 3,9% da gennaio ad ottobre. Quasi tutti i principali mercati dell'Unione hanno ottenuto buoni risultati, in particolare Spagna (+ 13,7%), Francia (+ 13,7%) e Italia (+ 7,1%). Il Regno Unito, al contrario, ha visto le nuove immatricolazioni diminuire del 12,2%, un dato che porta la flessione al 4,6% dall’inizio dell’anno. Tra i costruttori Fca si segnala per una leggera ripresa (+ 1,5%) dopo la battuta d’arresto di settembre (- 1,5%). In discesa, invece, la quota di mercato, che passa dal 6,6 al 6,3% su base annua, anche se nei primi dieci mesi del 2017 il bilancio è in attivo (dal 6,6 al 6,9%). Tra i brand del gruppo guidato da Sergio Marchionne si conferma in grande spolvero Alfa Romeo, che fa un balzo del 20,3% a ottobre e del 34,4% da inizio anno. Troppo poco comunque per chiudere il gap con la concorrenza. Le grandi case tedesche, con la parziale eccezione di Bmw, fanno tutte meglio, ma anche Toyota, Psa - che beneficia dell’acquisizione di Opel- Ford e Renault si posizionano davanti a Fca. Nonostante il dato poco brillante, la Borsa tuttavia non ha penalizzato il titolo. Gli operatori hanno mostrato maggior interesse per il bond da 700 milioni, già annunciato tre giorni fa, di cui ieri Ferrari ha comunicato i dettagli. Con i dati resi noti da Acea, l’as - sociazione dei costruttori europei, il mercato del Vecchio Continente si avvicina ai livelli raggiunti prima della crisi. A fare i conti è il presidente del Centro Studi Promotor Gian Primo Quagliano: “Ipotizzando che il tasso di sviluppo dei primi dieci mesi si mantenga invariato anche in novembre e dicembre, le immatricolazioni a fine anno toccheranno quota 15.213.000. Un livello di assoluto rispetto - sottolinea Quagliano - anche se ancora lievemente inferiore (-2,32%) all’ultimo dato ante-crisi (2007). Il calo rispetto a questo livello è dovuto ai Paesi della fascia meridionale della zona euro in cui le immatricolazioni stanno però crescendo con tassi sostenuti” Anche il mercato italiano è giunto quasi alla fine del suo percorso di risalita. L’inaspettato stop di settembre impedisce - lo stesso vale per il mercato europeo - che il recupero si completi entro il 2017. Va detto che l’Italia, insieme alla Spagna, è il paese nel quale più marcato si è rivelato il recupero di volumi, anche perché è proprio in Italia ed in Spagna che la crisi aveva infierito di più. A destare qualche apprensione è invece il mercato britannico. A parte gli effetti della Brexit, che comunque pesano (basta guardare gli ultimi dati sul Pil), emerge con chiarezza la frenata impressa dai consumatori sulle auto con motore diese. “Dopo essere stato per diversi anni tra i più dinamici, il mercato inglese ha invertito il proprio trend, per la prima volta dopo 60 mesi, a partire da aprile 2017”, spiega Gianmarco Giorda, che ricorda come “già nel secondo trimestre, la quota di veicoli diesel venduti in Europa ha mostrato un calo significativo in alcuni dei principali mercati, come Germania, Regno Unito e Francia”. Si tratta probabilmente solo dell’inizio di un grande processo di trasformazione, che la proposta presentata la settimana scorsa dalla Commissione Ue - taglio delle emissioni di CO2 entro il 2030 rispetto ai livelli del 2021 - promette di accelerare ulteriormente.

 

 

 

 

( 16 novembre 2017 )

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