Giovedì 25 aprile 2024, ore 6:37

Europa

Bce alza stime del Pil della zona euro. Più lavoro trainato dalle donne

La Banca centrale europea ha abbassato le sue stime sull'inflazione dell'Eurozona per il 2017 a 1,5%, per il 2018 a 1,2% dal precedente 1,3% e per il 2019 a 1,5% dal precedente 1,6%. Lo ribadisce l'Istituto di Francoforte nel suo bollettino, confermando anche la revisione al rialzo delle stime di crescita per la zona euro per il 2017 al 2,2% dall'1,9% precedente, mentre restano invariata quelle per il 2018 e 2019 rispettivamente all'1,8% e all'1,7%.

Quanto alle prossime decisioni di politica monetaria la Bce, si spiega, "ha mantenuto invariato l'orientamento di politica monetaria e deciderà in autunno riguardo una calibrazione degli strumenti di politica monetaria nel periodo successivo alla fine dell'anno". Francoforte spiega che negli ultimi mesi l'inflazione ha registrato "un lieve aumento" ma nel complesso resta "su livelli contenuti" e di conseguenza, "è ancora necessario un grado molto elevato di accomodamento monetario".

Sulle prossime mosse dell'Eurotower incidono soprattutto le previsioni sull'inflazione, che la la Bce ha rivisto al ribasso per il 2017 a 1,5%, per il 2018 a 1,2% dal precedente 1,3% e per il 2019 a 1,5% dal precedente 1,6%. Confermata invece la revisione al rialzo delle stime di crescita anticipata dal presidente Draghi nel corso dell'ultima conferenza stampa.

Ricco di spunti anche il capitolo sul mercato del lavoro. Nell'Eurozona - si sottolinea - "durante la ripresa l'immigrazione ha dato un ampio contributo positivo alla popolazione in età lavorativa, riflettendo soprattutto l'afflusso di lavoratori dai nuovi stati membri dell'Unione europea". Francoforte spiega che "a sua volta, ciò ha verosimilmente avuto un effetto considerevole sulla forza lavoro, in particolare in Germania e Italia". Francoforte sottolinea poi che "sebbene l'offerta di lavoro nell'area dell'euro stia continuando ad aumentare, negli ultimi dieci anni il suo tasso di crescita ha subito un rallentamento".

Inoltre, rileva la Bce, "l'aumento della forza lavoro durante la ripresa economica è stato trainato dalla partecipazione femminile". Tale aumento e il modo in cui tale partecipazione differisce da quella maschile - si spiega- "sono riconducibili in larga parte alle divergenze esistenti fra il livello di istruzione degli uomini e quello delle donne". Infatti "nella popolazione femminile in età lavorativa la percentuale di donne con un'istruzione terziaria è più elevata rispetto all'analoga percentuale fra gli uomini".

( 21 settembre 2017 )

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