Non un incidente, ma un crimine. E’ durissima la presa di posizione da parte dei sindacati internazionali IndustriALL e BWI (Building and Wood Workers 'International) sul crollo della diga a Brumadinho, nello stato brasiliano del Minas Gerais, il 25 gennaio. Nel mirino il colosso minerario Vale, il più grande produttore mondiale di minerale di ferro, che viene convertito dai suoi clienti in acciaio ed è una parte vitale delle catene di fornitura dell'industria metallurgica. Vale deve essere ritenuta responsabile, affermano i sindacati. "Questo è un crimine, non un incidente. Piangiamo i morti e solidarizziamo con le vittime di questa terribile tragedia”, si legge in un comunicato. “Vale non è riuscito a imparare dal passato. E ora i suoi lavoratori stanno pagando il prezzo più alto con le loro vite. Non ci possono essere più scuse. È tempo che Vale ascolti e intraprenda azioni concrete per migliorare la sicurezza. Le autorità brasiliane devono chiudere tutte le operazioni delle aziende con le dighe di scarico finché non vengono rigorosamente ispezionate ", avverte il segretario generale della IndustriALL Global Union, Valter Sanches. Il disastro che conta decine di morti e centinaia di dispersi, in massima parte lavoratori, arriva dopo che IndustriALL e BWI avevano hanno presentato un reclamo all'OCSE contro Vale e il colosso minerario britannico-australiano BHP, per il crollo della diga Fundão a Mariana, sempre nel Minas Gerais. Un disastro che nel 2015 aveva causato la morte di 19 persone ed il peggior disastro ambientale del Brasile. IndustriALL e BWI ora chiedono un'indagine approfondita sulle cause del crollo della diga di Brumadinho, che veda anche la partecipazione dei sindacati, che chiedono anche una consultazione sulla sicurezza delle dighe e un risarcimento rapido ed equo delle vittime.
E.C.