Uno sgravio del contributo previdenziale dal 20 al 16% sul totale della massa salariale, come parte di un ampio pacchetto di nuove misure volte ad alleggerire gli oneri per le piccole e medie imprese. E’ questa una delle misure annunciate dal premier cinese Li Keqiang nel suo intervento all’apertura dell’anno parlamentare, lo scorso 5 marzo.
L’obiettivo del governo è quello di fronteggiare il rallentamento dell’economia, ma nel lungo periodo potrebbero esserci delle ricadute sul sistema della previdenza sociale.
Ecco perché Il direttore esecutivo del China Labor Bulletin, Han Dongfang, che da tempo monitora le questioni legate al lavoro in Cina, auspica che in futuro i sindacati cinesi possano svolgere un ruolo importante nel sistema della previdenza sociale, contribuendo ad elaborare e negoziare tassi di contribuzione ragionevoli per datori di lavoro e dipendenti in settori e regioni particolari.
Ma c’è anche la questione importante e ancora irrisolta che riguarda i contributi previdenziali arretrati dovuti da quei datori di lavoro che non hanno mai versato nulla al sistema pensionistico. Il governo nel suo piano ha escluso misure che aumentino gli oneri a carico delle piccole e micro imprese, comprese le richieste di arretrati di vecchia data.
Purtroppo, esiste un numero incalcolabile di lavoratori che non ha avuto i contributi previdenziali versati e per i quali, all’avvicinarsi dell’età della pensione (60 anni per gli uomini e 50 anni per le lavoratrici nelle imprese private, 55 anni per le donne dipendenti del settore pubblico) si aprirà un problema enorme.
(Articolo completo di Ester Crea domani su Conquiste Tabloid)