La Cina risponde agli Usa mettendo nel mirino 128 prodotti americani per un totale di 3 miliardi di dollari nel caso non maturi un accordo con Washington dopo l'annuncio fatto dal presidente Donald Trump sui nuovi dazi che colpiscono l'import di beni cinesi. E le paure di una guerra commerciale condizionano le borse: dopo il tonfo di Wall Street, chiusure in netto calo anche di Tokyo e Shanghai.
La Cina è in contatto con gli Usa e i canali di comunicazione sono aperti dopo le ultime sanzioni proposte da Washington fino a 60 miliardi di dollari all'import cinese: Chen Fuli, vice capo del dipartimento Trattati e Norme del ministero del Commercio, ha detto che Pechino si oppone a una guerra commerciale, ma non ne ha paura. "Seguiremo da vicino gli sviluppi dell'indagine ex Section 301. Non appena gli Usa prenderanno le misure, la Cina replicherà senza esitazione", ha aggiunto Chen, secondo il Quotidiano del Popolo.
"L'Ue non è la fonte di problemi globali nei settori di acciaio e alluminio, quindi l'Ue e gli Usa devono affrontare tali questioni insieme" ma "queste discussioni tra alleati e partner non devono essere soggette a scadenze artificiali". E' il monito della commissaria Ue al commercio Cecilia Malmstroem su Twitter dopo l'esenzione temporanea all'Ue sui dazi Usa sino al 1 maggio. "Ora aspettiamo di proseguire un dialogo con gli Usa sulle questioni commerciali di preoccupazione comune, come la sovraccapacità produttiva nell'acciaio".
"La Ue chiede l'esenzione permanente dai dazi Usa - ha detto il presidente del consiglio europeo Donald Tusk in un tweet -, e il Consiglio europeo ricorda l'impegno a forti relazioni transatlantiche come pietra angolare di sicurezza, prosperità per Ue e Usa, e la Ue sottolinea il sostegno al dialogo sulle questioni commerciali di mutuo interesse".
Il ministero del Commercio cinese, auspicando un passo indietro degli Usa per evitare di colpire "seriamente" i rapporti bilaterali e l'interscambio globale, ha spiegato in una nota che le misure all'import di prodotti Usa potrebbero essere adottate in due gruppi in mancanza di accordo, preannunciando l'ipotesi di ricorso ad azioni legali in linea con le norme del Wto, l'Organizzazione mondiale del commercio. Pechino "sollecita gli Usa a risolvere le preoccupazioni cinesi il prima possibile", si legge nel comunicato postato sul sito del ministero che non fissa scadenze, ma si appella al ricorso al dialogo. Tra i prodotti Usa nel mirino, ad esempio, ci sono carne di maiale, frutta, tubi di acciaio, scarti in alluminio, vino ed etanolo, il cui valore è stimato in circa 3 miliardi di dollari complessivi nei valori del 2017. I beni sarebbero divisi in due gruppi di cui uno sottoposto a dazi del 15%, alla stessa percentuale fissata dagli Usa sull'import di alluminio, e un secondo destinatario invece di un'aliquota al 25%, come nel caso delle misure Usa per l'acciaio. L'approccio di Pechino resta tuttavia molto morbido, ma in caso di inasprimento dei rapporti, l'attenzione si potrebbe spostare maggiormente sul settore agricolo, la prima voce dell'export Usa verso la Cina: nel 2016 gli Usa hanno spedito semi di soia verso la Cina per 14,2 miliardi di dollari.