Mercoledì 24 aprile 2024, ore 7:16

Vertice JUe 

I leader europei cercano una strategia comune sui vaccini 

Se spese bene, le sovvenzioni del Recovery fund consentiranno agli Stati membri di sostenere la ripresa economica e stimolare una maggiore crescita potenziale effettuando investimenti e riforme di alta qualità. Allo stesso tempo, poiché le sovvenzioni del Recovery non si aggiungono ai deficit e al debito nazionali, possono migliorare le proprie posizioni di bilancio". Al vertice Ue il vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, non ha più dubbi. Per il vicepresidente, l'effetto benefico del Recovery sui conti pubblici semplificherà il lavoro delle politiche di bilancio nazionali e contribuirà in modo significativo a migliorare la sostenibilità. "E dato l'attuale contesto di bassa crescita e debito elevato, tale effetto non deve essere sottovalutato". Per questo ha invitato i governi a tenere presente l'interazione tra Recovery e spesa pubblica quando progettano le loro strategie di bilancio a medio termine. Poi è stata la volta del premier italiano. Nel 'curriculum' Draghi ha il whatever it takes per salvare l'euro. Ora bisogna fare di tutto per accelerare la campagna di vaccinazioni di massa, per rallentare la corsa delle varianti del Covid e depotenziare la terza ondata. Al vertice Ue Draghi è arrivato dopo colloqui preparatori con Angela Merkel ed Emmanuel Macron, oltre che con i vertici delle istituzioni europee.
I vaccini sono stati il tema cardine della due giorni di lavori, ma c'è anche la politica estera europea, a partire dal Mediterraneo. Si è discusso del rafforzamento della politica di difesa europea e Draghi ha portato al tavolo il sostegno a una linea di spinta a una maggiore sinergia con l'amministrazione guidata dal nuovo presidente americano Joe Biden, incontrato la scorsa settimana in videoconferenza in occasione del G7, per il rilancio dell'agenda transatlantica. Ad accomunare i presenti al tavolo c'è la preoccupazione per una pandemia che imperversa e una campagna vaccinale che non decolla. Il nuovo governo sta provando a dare una spinta, sia sul fronte della produzione di vaccini che su quello del loro utilizzo, dando priorità alle prime dosi.
Ma serve l'Europa. Ecco perché Draghi ha provato a giocarsi da subito il capitale di credibilità, accumulato negli anni alla Bce, per sollecitare una spinta corale che permetta di recuperare il tempo perduto. Linea dura contro le aziende farmaceutiche inadempienti, protocolli comuni sull'export, fare di più su approvvigionamento, produzione e distribuzione, ma anche su trasparenza e condivisione dei dati. Il premier italiano ha provato a imprimere la sua spinta e non mostra timidezze da debuttante quando, rispetto alla diapositiva sulle consegne delle dosi di vaccino del secondo e del terzo trimestre, mostrate dalla presidente Ursula Von der Leyen, fa notare che non sono rassicuranti perché non danno certezze. La linea promossa è concreta ma anche realista: l'Italia sostiene il Covax, lo strumento per l'accesso globale ai vaccini anti Covid, ma osserva che ci sarebbe un problema di credibilità nei confronti dei cittadini europei se si avviassero le donazioni in questo momento in cui i Paesi Ue fanno fatica sui vaccini. Macron e Merkel, che fin da subito hanno espresso con forza a Draghi il desiderio di lavorare insieme per il rilancio dell'Europa, concordano sulla necessità di dotarsi di infrastrutture che permettano di produrre i vaccini in maniera stabile, per fronteggiare questa ed eventuali pandemie future. "Noi dobbiamo esigere che le case farmaceutiche rispettino quanto avevano promesso. Forse qui c'è stata da parte della Commissione una sottovalutazione di quanto le promesse delle case farmaceutiche avrebbero potuto dimostrarsi non attendibili del tutto", ha detto anche il commissario all'economia Paolo Gentiloni .Poi la questione dei passaporti vaccinali. "Ci servono almeno tre mesi per lo sviluppo tecnico di un sistema inter-operabile europeo" per i passaporti vaccinali, ha specificatola presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, al termine del vertice Ue in videoconferenza. I leader Ue hanno trovato un accordo sull'utilizzo di «una serie di dati minimi» nel passaporto che potrebbero essere utili per dare informazioni sulla presunta immunità dei cittadini, ha spiegato von der Leyen. Le informazioni confidenziali, che riguardano la vaccinazione, la negatività a un test e l'eventuale sviluppo di anticorpi, devono essere "pertinenti a livello transfrontaliero", ha aggiunto.

Rodolfo Ricci

( 26 febbraio 2021 )

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