Migliora il clima di consumatori e produttori in Europa che tocca i massimi da prima della crisi. L'indice è salito a 111,1 punti, contro i 109,2 di maggio, ed è molto superiore alle attese degli analisti contattati dall'agenzia Bloomberg, che puntavano su 109,5 punti.
A giugno l'indicatore del sentimento economico (Esi) della Commissione Ue è aumentato di 1,9 punti nella zona euro e di 1,6 punti nella Ue-28, raggiungendo il livello più alto dall' agosto 2007. L'Esi è cresciuto soprattutto in Germania (+2,4), Francia (+2,2) e Olanda (+1,6), e leggermente in Spagna (+0,5). Mentre in Italia è rimasto piatto.
L'indice registra una crescita della fiducia nell'industria, commercio al dettaglio e costruzioni, meno nei servizi.
C’e’ in Europa “una ritrovata fiducia nei processi di riforma e un ritrovato supporto per la coesione europea, che può aiutare a liberare una domanda inespressa e investimenti”, ha affermato il Presidente della Bce, Mario Draghi. “Per anni – ha detto nel suo intervento al Forum delle banche centrali a Sintra – l’area euro ha vissuto sotto una nube di incertezza sulla possibilità di realizzare le riforme sia a livello interno che dell’Unione europea”.
“Questo - ha sottolineato Dragh - ha agito come un freno nella fiducia e negli investimenti che equivale a un’implicita restrizione delle condizioni economiche. Oggi le cose sono cambiate. I venti politici stanno diventando venti in poppa”.
Le borse europee restano contrastate, con Piazza Affari nervosa anche se l'indice di fiducia economica nei Paesi dell'Eurozona si è attestato a giugno a 111,1 punti, in aumento rispetto ai 109,2 di maggio e al di sopra delle attese degli economisti a 109,5. Anche l'indice di fiducia delle imprese è salito a 4,5 punti da quota 2,8 di maggio, oltre le aspettative del consenso che avevano previsto un rialzo di 2,9 punti. Stesso copione per l'indicatore del settore servizi che si è attestato a 13,4 punti, in aumento rispetto al mese precedente a 12,8 e sopra le attese a 12,9 punti.
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