Sabato 20 aprile 2024, ore 14:10

Bruxelles 

L’Ecofin cerca un’intesa su inflazione e nuovo Patto 

Davanti al caro energia "è molto chiaro per noi che la transizione verde non è l'origine del problema, ma potrebbe essere, soprattutto nel medio termine, la soluzione. Allo stesso tempo, sappiamo che se non affrontiamo ciò che sta accadendo ai prezzi dell'energia e non garantiamo una transizione socialmente equa, rischiamo di incontrare ostacoli nel nuovo contesto climatico". Questo l’esordio del commissario europeo dell'Economia, Paolo Gentiloni, all’Ecofin di ieri. "È molto importante che gli Stati membri reagiscano rapidamente all' aumento dei prezzi dell'energia, e stiamo discutendo di possibili iniziative comuni per affrontare questo problema a livello dell'Ue", ha aggiunto.
C'è una necessità di agire per proteggere i consumatori, è la tesi del ministro dell'Economia francese Bruno Le Maire. La Francia, ha spiegato Le Maire, ha portato una proposta articolata su tre punti. Innanzitutto la creazione di "uno stabilizzatore automatico dei prezzi dell'elettricità" che permette di "trasferire i guadagni" che può avere un produttore quando il prezzo dell'energia è elevato nei confronti del fornitore, visto che ora tale meccanismo si ripercuote sui consumatori e in particolare sulle imprese. Parigi - ha aggiunto Le Maire - ha proposto anche di mettere in campo contratti a lungo termine sull'energia. Infine, la Francia sta pensando all'inserimento di garanzie sulla stabilità dei prezzi nell'offerta al consumatore, all'interno dei contratti.
Nel dibattito in Europa "la Francia non è sola" , ha sottolineato il ministro ricordando il sostegno di Spagna, Grecia e Repubblica Ceca. A mettere subito in chiaro che la corsa contro il tempo per arrivare al 2023 con un accordo comune sarà ad ostacoli ci ha pensato l'austriaco Gernot Bluemel. Vienna, di "ulteriori eccezioni per poter contrarre ulteriori debiti" non ne vuole sentire parlare. Anzi, durante l'estate il governo ha lanciato una 'alleanza della responsabilità' chiamando a raccolta i 'frugali' del Nord per "abbassare gradualmente i livelli di indebitamento degli Stati" anche per avere "un margine sufficiente" per affrontare la prossima crisi. Tutto il contrario di quello che pensano invece Italia, Francia e gli altri Mediterranei, che dall'impatto del Covid sull'economia vedono l'opportunità di dare nuovi lineamenti anche ai conti pubblici del Continente per non perdere la doppia sfida della transizione verde e digitale. Ancora più tranchant il francese Le Maire, secondo il quale mantenere lo status quo è "impossibile" perché impossibile è non vedere che la situazione è cambiata.
A partire dai livelli di debito arrivati a toccare oltre i 100 punti in diversi Stati membri. Per questo la regola del 60% sul rientro del debito in rapporto al Pil è la prima a essere ritenuta da Bercy "obsoleta". Servono piuttosto "basi più realistiche. Eppure su una riforma del Patto così come lo prevedono i Trattati è lo stesso Gentiloni a frenare. "Nessun ministro lo ha proposto e sicuramente non lo ha fatto la commissione", ha spiegato il commissario sottolineando, tuttavia, come la riduzione del debito debba essere "realistica e compatibile con la crescita". Raggiungere un'intesa sulla revisione della governance è "fondamentale per il futuro dell'euro e dell'Ue nel suo insieme", ha rimarcato Gentiloni che giovedì presenterà le nuove previsioni economiche Ue. La ripresa al momento è "forte" e le prospettive "positive", ma l'evoluzione della pandemia e l'inflazione, con il caro energia a influire pesantemente, restano motivi di preoccupazione, è la valutazione dell'Ue. Anche se, ha sottolineato Gentiloni, l'inflazione potrebbe scendere "già nella prima parte del 2022".Tutti elementi che palazzo Berlaymont metterà nero su bianco nelle sue nuove previsioni. Infine sette gli Stati membri scendono in campo a sostegno di Epi, la piattaforma europea di pagamenti sostenuta dalla Bce per costruire un sistema unico di transazioni nel Continente contrastando lo strapotere dei colossi internazionali come Visa e Mastercard. In una dichiarazione a margine dell'Ecofin - dove sul tavolo c'è anche il tema dell'euro digitale -, Germania, Francia, Belgio, Finlandia, Paesi Bassi, Spagna e Polonia chiedono una "implementazione agile di questa nuova soluzione". Davanti a un mercato europeo dei servizi di pagamento ancora "frammentato", i ministri delle Finanze dei sette Paesi sottolineano di credere "fermamente che sia giunto il momento di costruire un'autentica Europa dei pagamenti". "Per far progredire il mercato interno - spiegano - è necessario un mercato integrato e aperto per i pagamenti elettronici, senza distinzione tra pagamenti nazionali e transfrontalieri e senza inutili barriere".

Rodolfo Ricci

( 9 novembre 2021 )

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