Venerdì 19 aprile 2024, ore 0:36

Guerra 

L’Ue vuole il “price cap” sull’energia e Mosca minaccia stop al greggio 

Mosca minaccia lo stop alle forniture di petrolio "ai Paesi ostili" e avverte che gli stoccaggi di gas "non basteranno all'Ue per superare l'inverno". Questo mentre per far fronte al caro energia l'Unione pensa a un tetto sul prezzo dell'energia e a un piano per ridurre la domanda di elettricità. A Bruxelles le proposte sul tema sono ancora un cantiere aperto. Ed il cancelliere tedesco Olaf Scholz non usa giri di parole nell'affermare che rinunciare completamente al gas russo "non è una cosa che faremmo noi": "Non credo che sarebbe molto responsabile". Ma un segnale ai mercati potrebbe essere arrivato, con le quotazioni spot del gas stabili (chiusura a 243 euro e +1,29%) da quando Ursula von der Leyen ha parlato di misure urgenti da prendere nel giro di qualche settimana. Le annuncerà il 14 settembre a Strasburgo, nel discorso sullo Stato dell'Unione. Il consiglio straordinario energia, con i ministri che si riuniranno a Bruxelles il 9 servirà a sondare le reazioni alle ipotesi in campo. In primo luogo, quella del tetto al prezzo del gas, su cui la Commissione "prosegue il lavoro a livello tecnico", ha detto la vice direttrice generale Energia della Commissione Mechthild Wörsdörfer parlando alla commissione Industria dell'Europarlamento.

Le opzioni sono diverse. Gli spagnoli vorrebbero riproporre a Bruxelles il modello che usano nella Penisola iberica, con prezzo calmierato solo per il gas usato per produrre energia elettrica, con l'effetto di rendere le bollette più leggere. Il 'price cap' può essere applicato "sulle importazioni dalla Russia", l'idea sostenuta dall'Italia, "oppure applicato all'interno dell'Ue, sul mercato all'ingrosso o al dettaglio, stiamo valutando tutte le possibilità", ha spiegato Wörsdörfer. Che ha fatto riferimento anche a "misure urgenti sui prezzi dell'elettricità per tutelare le industrie critiche", come un piano per la riduzione della domanda, sulla falsariga di quanto approvato a luglio sul taglio del 15% dei consumi di gas. Ma secondo indiscrezioni confermate da più fonti, la Commissione avrebbe in mente, secondo quanto scritto in un 'non paper' che circola a Bruxelles, di proporre un tetto al prezzo dell'elettricità prodotta da fonti diverse dal gas per ricavarne risorse con cui ammortizzare i costi delle bollette. In sostanza gli introiti legati alla differenza tra il 'price cap' e il prezzo finale verrebbero utilizzati per sussidi ai consumatori che devono fare fronte al caro bollette. Intanto Mosca continua a mostrare i muscoli. Il vice premier russo Alexander Novak ha minacciato che sospenderà le forniture di oro nero ai cosiddetti "Paesi ostili" se imporranno "restrizioni". L'avvertimento è ai ministri delle finanze del G7 che si apprestano a riprendere le discussioni sull'imposizione di un limite al prezzo del greggio russo. Sul fronte del gas, il Cremlino è tornato poi a ripetere che sono le sanzioni Ue a impedire a Gazprom di fornire il gas all'Europa. La stessa Gazprom ha rincarato la dose: se anche i grandi Paesi europei dovessero riuscire a portare le proprie scorte di gas "vicine al massimo livello" consentito dagli stoccaggi, questo "non garantirebbe di superare la stagione dell'autunno-inverno in modo affidabile".

Di diverso avviso l'Agenzia di rating Fitch. L'Ue ha una strategia credibile per mitigare gli effetti peggiori di uno stop alle importazioni di gas dalla Russia nel 2023, subordinata però a rapidi aggiustamenti dell'equilibrio tra offerta e domanda ed è quindi in grado di "resistere alla crisi del gas russo anche se non senza dolore". Secondo L’Agenzia internazionale, il processo di aggiustamento peserà sull'economia e sulle aziende dell'Eurozona in modo meno severo di alcune stime preliminari fatte sul mercato. In uno scenario di flussi al 20% per il 2022 e di stop nel 2023, Fitch stima un effetto negativo sul Pil Ue dell'1,5-2%, del 3% sulla Germania e del 2,5% sull'Italia. Inoltre ritiene che il mercato europeo resterà comunque "ben bilanciato" sulla base "del pianificato aumento di forniture alternative, specialmente di quelle record di gas naturale liquefatto", le cui importazioni saliranno a 120 miliardi di metri cubi nel 2022 e a 155 miliardi nel 2023, e di una distruzione della domanda, che si "comprimerà del 15% nel 2023 rispetto al 2021".

I livelli di incertezza sulle previsioni - avverte Fitch - restano alti e dipendono principalmente dalla guerra in Ucraina, da una tempestiva consegna dei volumi di gnl e dagli sforzi coordinati della Ue per superare i colli di bottiglia infrastrutturali. "I Paesi con più alto consumo di gas e una diversificazione attuale limitata, come la Germania, - spiega l'agenzia di rating - avranno poco margine di errore nel dare esecuzione alle forniture di importazione addizionali". Quanto all'Italia il nostro Paese "entra nello scenario di interruzione del gas russo con una gamma di opzioni più ampia di altri Stati Ue, alla luce della sua capacità di operativa di rigassificazione di gnl di 14 miliardi di metri cubi e all'esistente gasdotto con l'Algeria".

Rodolfo Ricci

( 2 settembre 2022 )

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