Martedì 23 aprile 2024, ore 8:33

New York 

La Fed pronta ad alzare i tassi per combattere l’inflazione 

La Fed segnala la svolta. Dopo anni di pandemia caratterizzati da una politica monetaria ultra espansiva, la banca centrale americana spiana la strada al suo primo rialzo dei tassi di interesse dal 2018: arriverà già in marzo, quando si chiuderà il processo di riduzione degli acquisti di asset, e servirà per combattere un'inflazione che galoppa ben al di sopra del target del 2%. Wall Street accoglie l'annuncio con un iniziale rally, di cui approfitta il petrolio con il Wti che avanza del 2% e il Brent che rivede quota 90 dollari al barile per la prima volta dal 2014. La volata dei listini, innescata da un comunicato finale ritenuto 'colomba', perde però slancio con la conferenza stampa di Jerome Powell il 'falco' che, parlando della necessità di una politica monetaria flessibile, "agile e umile", non esclude la possibilità che la Fed possa ritoccare al rialzo il costo del denaro a ogni riunione.

"Abbiamo abbastanza spazio per alzare i tassi di interesse senza minacciare il mercato del lavoro", spiega il presidente della Fed lasciando intendere che la banca centrale potrebbe muoversi velocemente con i rialzi. Parole che spingono Wall Street a chiudere in calo, ad eccezione del Nasdaq che segna un modesto +0,02%. Le decisioni della banca centrale arrivano con le borse del Vecchio Continente già chiuse. Le piazze finanziarie europee hanno archiviato con guadagni sostenuti senza lasciarsi influenzare dalla revisione al ribasso delle stime dell'economia tedesca nel 2022 al +3,6%. "Con l'inflazione ben al di sopra del 2% e un mercato del lavoro forte, la Fed si aspetta che sarà a breve appropriato" alzare i tassi, si legge nel comunicato finale diffuso al termine della due giorni di riunione, durante la quale la Fed ha lasciato invariato il costo del denaro fra lo 0 e lo 0,25%.

La banca centrale americana si sofferma, senza entrare nel dettaglio, anche sulla riduzione del suo bilancio, schizzato a 9.000 miliardi di dollari. Il processo - spiega in linea generale - sarà avviato dopo il rialzo dei tassi di interesse e sarà "prevedibile". "Forniremo più informazioni al momento appropriato" su come la Fed intende muoversi nella riduzione, spiega Jerome Powell osservando come il bilancio è ben più grande rispetto al passato, e include anche titoli a minore durata. "Potremmo muoverci prima e più velocemente che in passato", aggiunge incalzato ripetutamente. Come un mantra ribadisce che il processo sarà "prevedibile e ordinato" e rimanda per ulteriori dettagli a marzo, quando la Fed ne discuterà ancora. "La Fed si prenderà almeno una riunione dopo il primo aumento dei tassi per decidere sul bilancio", spiega in quella che sembra una conferma della tempistica stimata dagli analisti di un avvio già in estate. Il processo di riduzione del bilancio preoccupa i mercati finanziari.

Secondo gli economisti di Deutsche Bank se la Fed dovesse ridurre il suo bilancio di 1.500 miliardi di dollari fra l'estate e la fine del prossimo anno, l'effetto potrebbe essere quello di circa tre aumenti dei tassi da un quarto di punto. Pur ammettendo persistenti rischi sull'outlook che impediscono di prevedere la strada che seguirà la politica monetaria, Powell parla di un'economia e un mercato del lavoro solidi, con anche i settori più colpiti dal Covid in via di miglioramento. In questo contesto il presidente della Fed quindi conferma l'ipotesi di una stretta a marzo e assicura cheuserà tutti gli strumenti a disposizione per combattere l'inflazione, la cui corsa è attesa rallentare nel corso dell'anno. La corsa dei prezzi - aggiunge Powell - preoccupa la Fed ed è uno dei rischi che gravano sull'economia insieme al Covid. Un mix, aggiunge, che potrebbe rallentare la crescita e il mercato del lavoro, al momento molto solido. "La Fed ha molto spazio per alzare i tassi di interesse senza danneggiare il mercato del lavoro», dice Powell. In questo quadro di incertezza Powell ammette che la politica monetaria della Fed deve essere flessibile e adattarsi al contesto che si evolve.

Rodolfo Ricci

( 27 gennaio 2022 )

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