In vista di un nuovo lockdown, i partiti della coalizione del governo tedesco hanno raggiunto in tarda serata un accordo per mettere in campo nuovi aiuti per le imprese, attraverso delle agevolazioni fiscali, e per le famiglie, con nuovi bonus da 150 euro per ogni figlio. Chi percepisce il reddito minimo garantito, inoltre, avrà un sussidio una tantum da 150 euro. Per il settore gastronomico, fra i più gravemente colpiti dai diversi lockdown, si prevede poi una proroga della riduzione dell'Iva, che sulle pietanze, nei ristoranti come nei caffè, resterà al 7% fino alla fine del 2022 (invece che fino a fine giugno). Per aiutare il settore culturale, il programma Neustart Kultur sarà dotato di risorse per 1 miliardo. All'incontro che ha visto riuniti i capi di Cdu Csu e SPD, insieme ad Angela Merkel, ha partecipato per la prima volta anche Armin Laschet, in qualità di nuovo presidente della Cdu. "Non possiamo restare in questo lockdown duro per tutto l'inverno. Non possiamo permettercelo come società", ha detto il ministro della Salute tedesco, Jens Spahn, ai giornali del Funke-Mediengruppe. Serve un passaggio graduale e responsabile verso la normalità, ha sottolineato. "E bisogna agire i modo differenziato nelle regioni". Spahn ha rilevato che i numeri della pandemia stanno calando in modo significativo: "I numeri sono incoraggianti. Il trend va chiaramente verso il basso, ma non possiamo ancora sapere con certezza dove saremo il 14 febbraio".
La Germania è in lockdown duro dal 16 dicembre, con scuole, asili, negozi, ristoranti, locali, istituzioni cuturali e centri sportivi chiusi. A gennaio questo regime è stato prorogato fino al 14 febbraio. Stando ai dati del Robert Koch Institut pubblicati ieri, in Germania si sono registrati 14.211 nuovi contagi e 786 decessi nelle ultime 24 ore. L'indice di incidenza settimanale è calato a 80,7 nuovi contagi su 100 mila abitanti. La soglia che il governo si è data come obiettivo è 50. Ma la paura sono le nuove varianti del virus, che rischiano di rendere meno efficaci le misure dei vari paesi della Unione europea, Germania compresa. la prova?
Anche il Financial Times si è occupato della variante brasiliana del coronavirus, nota come P1. "Il ceppo amazzonico provoca paura e contagi in Brasile", ha scritto il quotidiano britannico nel suo articolo, in cui viene intervistato anche Felipe Naveca, ricercatore dell'Istituto Fiocruz. "Questa variante ha caratteristiche tali da diventare quella dominante (in Brasile) nei prossimi mesi, se si tiene conto che è più trasmissibile", ha detto l'esperto. Lo Stato di Amazonas, e in particolare la sua capitale, Manaus, sono attualmente l'epicentro della pandemia in Brasile, che ha già causato il collasso della rete ospedaliera anche per la mancanza di ossigeno, all'origine della morte di decine di pazienti con Covid-19. A causa della rapida diffusione del ceppo P1, nei giorni scorsi a diversi viaggiatori brasiliani è stato impedito di imbarcarsi per la Spagna all'aeroporto San Paolo. La scorsa settimana anche Germania e Portogallo hanno iniziato a bloccare l'ingresso di passeggeri dal Brasile.
Rodolfo Ricci