Mercoledì 24 aprile 2024, ore 2:41

Previsioni d’autunno 

La Ue ottimista sull’Italia: Pil al 6,2% e debito in calo 

Come cambiano i tempi. Infatti la Commissione Ue rivede al ribasso, rispetto al luglio scorso, le stime economiche per la Germania. Nelle previsioni economiche d'autunno si prevede che il Pil del Paese teutonico chiuderà il 2021 al 2,7%. In luglio la commissione stimava che Berlino chiudesse il 2021 con un Pil al 3,6%. Rivisto al ribasso per il 2021 anche il Pil della Spagna (4,6% nelle stime d'autunno rispetto al 6,2%) di quelle estive. La Francia, come l'Italia (Pil al 6,2% secondo le stime autunnali che in estate si fermavano al 5%), vede invece una revisione al rialzo delle stime Ue: Parigi chiude l'anno con il 6,5% rispetto al 5 previsto in estate.
Tornando al nostro Paese, "dopo il rimbalzo nella prima metà del 2021, il Pil italiano è destinato a continuare ad espandersi, pur incontrando alcuni venti contrari nel breve termine", scrive la Commissione Ue nelle previsioni economiche d'autunno, che vedono il Pil italiano a +6,2% quest'anno, prima che la crescita scenda al 4,3% nel 2022 e l'andamento dell' economia torni ai livelli pre-crisi "entro la metà del prossimo anno". In estate la Commissione aveva previsto per l'Italia un aumento del Pil del 5% nel 2021 e del 4,2% nel 2022.
Ma non finisce qui. Il rapporto debito pubblico/Pil dovrebbe scendere dal 155,6% nel 2020 al 151,0% nel 2023, grazie alla ripresa economica e a un favorevole aggiustamento stock-flussi. La crescita sarà sostenuta dalla domanda interna. Bruxelles rivede così le stime del debito che già quest'anno scenderà al 154,4% e al 151,4% nel 2022. Anche il rapporto deficit-Pil "trainato dalla ripresa economica e dalla graduale eliminazione delle misure fiscali di emergenza del governo": dopo essere salito al 9,6% nel 2020, dovrebbe scendere al 9,4% nel 2021, al 5,8% nel 2022 e al 4,3% nel 2023. "I mercati del lavoro sono destinati a riprendersi e ad espandersi. Con l'attività economica che dovrebbe continuare a crescere, l'occupazione dovrebbe aumentare al di sopra dei livelli pre-pandemia e il tasso di disoccupazione dovrebbe scendere al 6,5% nel 2023, ha commentato il commissario europeo all'Economia, Paolo Gentiloni, presentando le previsioni.
Ma c’è anche una variabile negativa: "L'aumento dei prezzi dell'energia, in particolare per il gas naturale e elettricità, dovrebbero smorzare lo slancio della crescita a breve termine". Anche le interruzioni della catena di approvvigionamento su scala globale gravano sempre più sulla produzione nei Paesi dell'Ue, ha evidenziato il commissario, osservando che i sondaggi aziendali Ue di ottobre "indicano quote senza precedenti di manager nell'industria e nell'edilizia che identificano la carenza di materiali e attrezzature come un fattore che limita la loro attività", così come "la carenza di forza lavoro, salita ai massimi storici nell'industria".
L'altro grande tema dell'Ue post-pandemica sarà quello di evitare, nel 2023, il ritorno allo status quo ante del Patto di Stabilità. La revisione della governance ha incassato il bollino verde anche dell'European Fiscal Board, l'organismo indipendente di esperti che affianca, con poteri consultivi, la commissione. La riforma è necessaria ma il mantenimento del tetto del 3% del deficit/Pil è un utile rete di salvataggio di fronte a dinamiche del debito pubblico non sostenibili, si legge nel rapporto annuale del Comitato, secondo cui una revisione della governance non richiederebbe modifiche ai Trattati ma interventi attuativi o sulla legislazione secondaria. Il Board, che rilancia l'opportunità di promuovere investimenti pubblici di interesse comune come quelli sulla transizione green, in merito al debito sottolinea che "un ritmo soddisfacente" della sua riduzione sarebbe quello che si adegua "alle esigenze specifiche degli Stati membri" a fronte di impegni più forti dei governi.

Rodolfo Ricci

( 11 novembre 2021 )

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