Un “affronto all’Onu e alla cooperazione internazionale”. La Confederazione europea dei sindacati dà il suo contributo al pressing di queste ore per convincere i 7 Paesi europei che hanno annunciato il loro no alla firma del Global Compact for Migration, prevista a Marrakesh la prossima settimana (10-11 dicembre) dopo 1 anno di negoziati, a cambiare idea. E c’è pure chi ci sta ancora pensando, come Italia e Belgio. La mancata firma di Austria, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Polonia, Slovenia e Ungheria “costituirebbe un'altra battuta d'arresto per un approccio condiviso e solidale alla gestione della migrazione”, dice Luca Visentini. I politici, spiega il segretario generale della Ces in una nota del sindacato europeo, “sono sciocchi a credere che la sfida della migrazione possa essere risolta dalle politiche nazionali sovrane”. Oggi, continua, “è più che mai necessario un approccio multilaterale e cooperativo per ottimizzare i benefici complessivi della migrazione e sconfiggere il nazionalismo e la xenofobia”.
(Articolo di Pierpaolo Arzilla domani su Conquiste Tabloid)