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Opel, la cogestione spiegata ai francesi

di Pierpaolo Arzilla

Bruxelles (nostro servizio) - Tra benchmark e cogestione. Ovvero, la difficile convivenza tra differenti filosofie sindacali e aziendali. Anche l’amicizia franco-tedesca, qualche volta, può nascondere delle insidie. Nascondere, poi, mica tanto, a sentire la versione dell’IG Metall e del suo leader Jorg Hofmann. Il passaggio di 1 anno fa di Opel da General Motors a PSA (Peugeot, Citroen, Ds,Vauxhall) sta creando non pochi attriti tra la proprietà francese e il sindacato tedesco, che per il piano strategico chiede, in coerenza con l’accordo di categoria dei metalmeccanici teutonici, un aumento dei salari del 4,3 per cento. Ma il primo problema, spiega l’IG Metall è che PSA sta cercando di mettere uno contro l’altro i vari siti industriali Opel sparsi in Europa, in Spagna e Polonia, per esempio. E che inevitabilmente si riverbera sulla realtà tedesca e su come PSA intende gestire la partita. Il Ceo Carlos Tavares, osserva Hofmann, “è un manager che legittimamente ragiona sul benchmark, tuttavia è necessario che comprenda il ruolo della cogestione e degli accordi di categoria in Germania, che rappresentano dei fattori di sviluppo di lunga durata”. La ricetta, spiega il sindacalista, “è tanta perseveranza e una IG forte”, anche a dispetto di quei grandi gruppi, proprio come PSA, che pretendono di governare in maniera centralizzata dalle loro sedi all’estero. Verrebbe da dire che quasi quasi era meglio General Motors: “Si e no”, afferma Hofmann in un’intervista a un giornale economico. “Ci sono vantaggi e inconvenienti: i francesi sembrano più trasparenti e più chiari nella formulazione delle loro proposte”. Che però all’interno dello stesso Esagono non sembrano fare breccia più di tanto tra i lavoratori. L’utile netto di quasi 2 miliardi di euro realizzato nel 2017 ha spinto PSA, che per il 2018 ha però previsto 2mila esuberi, a versare ai suoi dipendenti un premio di compartecipazione di 2600 euro di media, che per i dirigenti arriverà a circa 3500 euro. Un bonus che tuttavia, commentano i lavoratori senza entusiasmo, “è solo una meritata boccata d’aria fresca”, e che non sarà comunque riservato agli interinali.

(Articolo completo di Pierpaolo Arzilla domani su Conquiste Tabloid)

( 26 marzo 2018 )

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