Salari ai minimi storici, crollo del potere d'acquisto, disoccupazione in aumento, servizi pubblici allo stremo, imposizione di politiche di austerity. Ma anche profitti record per le grandi aziende, stipendi milionari per i managers, nuovi trattati di libero commercio disegnati per espandere e blindare gli interessi delle compagnie private anche a costo di violare i diritti dei lavoratori. Una situazione, hanno a più riprese denunciato i sindacati internazionali, di evidente iniquità che deprime l'economia, mina i processi democratici e arricchisce le elite non solo nei paesi in via di sviluppo ma anche in quelli avanzati. Il primo maggio 2015 rappresenta dunque l'occasione migliore per unire le voci dei lavoratori contro le ingiustizie e l'arroganza del big business che continua a fare pressioni sui governi per ottenere vantaggi a scapito dei cittadini.
Ed è proprio il “corporate greed”, l'avidità delle multinazionali, il tema che ispira il primo maggio dell'Ituc, la Confederazione Internazionale dei Sindacati, che denuncia la “bancarotta morale” dell'attuale sistema economico. Un sistema, sottolinea l'Ituc, sostanzialmente diretto dalle grandi aziende che controllano il 60% del commercio globale, circa 20 trilioni di dollari, utilizzando scientemente un modello di business basato sulla violazione dei diritti umani nelle catene di approvvigionamento.
Numerosi eventi sono dunque organizzati in tutto il mondo per protestare contro un modello economico che si sta imponendo a livello globale facendo dell'iniquità la sua bandiera.
(Approfondimento su Conquiste Tabloid, disponibile dopo le 18 su questo sito)