Un'industria da 4 miliardi di dollari che basa le sue fortune sull'attacco sistematico ai diritti dei lavoratori. E' l'industria dell'union busting, ovvero agenzie di consulenza specializzate in elaborazione e attuazione di strategie antisindacali, un servizio di cui usufruiscono quelle imprese che non intendono riconoscere il diritto di associazione e di contrattazione collettiva. E non sono poche negli Stati Uniti, come si evince dall'ultimo rapporto delle Nazioni Unite sul mercato del lavoro americano: ben il 75% delle imprese a stelle e strisce si rivolge a un'agenzia antisindacale per arginare i tentativi dei lavoratori di associarsi e contrattare collettivamente. Un comportamento deprecabile, certo, ma legale. Non sono però pochi i casi in cui le tattiche per scongiurare la sindacalizzazione sconfinano nell'illegalità. Un rischio calcolato, secondo il rapporto, considerando che i controlli sono superficiali e le eventuali ammende insignificanti. La capacità crescente delle imprese di prevenire la formazione di sindacati sta dunque conducendo ad un aumento esponenziale dell'iniquità che alimenta a sua volta povertà e tensioni sociali.
La negazione dei diritti di associazione e contrattazione collettiva è prassi consolidata negli Stati Uniti. Le ripetute denunce effettuate dai sindacati trovano ora conferma nel rapporto redatto da Maina Kiai, inviato speciale delle Nazioni Unite, che ha effettuato le sue indagini nel corso del 2016. Il risultato appare come la logica conseguenza di un sistema normativo pesantemente influenzato dalle lobby degli industriali. Ancora una volta, una pratica diffusa e legale che sta però comprimendo sempre più i diritti dei lavoratori. La legislazione degli Stati Uniti, si legge nel rapporto, “prevede pochi incentivi per i datori che rispettano i diritti dei lavoratori”. In altre parole, gli industriali si sono assicurati l'impunità quando si tratta di impedire la formazione di un sindacato. Assumere una squadra di consulenti esperti nel sabotare i processi di sindacalizzazione diviene allora una pratica normale, moralmente accettabile, e finanche necessaria per ben tre aziende su quattro. Esercitare il diritto di associazione è altrettanto legale ma la quantità di normative a livello federale, statale e locale che regolano tale diritto è spesso sproporzionata.
(articolo completo domani su Conquiste Tabloid)