Un contratto che cambierà la vita lavorativa di 430mila lavoratori delle Funzioni Locali, rinnovando molto, sopratutto sul fronte delle carriere e delle professionalità. L’accordo raggiunto da sindacati e Aran per il triennio 2019-2021 coinvolge gli addetti degli 8mila Comuni italiani e di Città metropolitane, Regioni, Province, Camere di Commercio e strutture socio sanitarie gestite dagli Enti Locali. 
Si tratta, sottolineano Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, “di un contratto innovativo, che dà avvio ad un importante e atteso percorso di riqualificazione e valorizzazione, un nuovo impianto ordinamentale che deve rispondere al complesso dell’articolato sistema delle professioni negli Enti”. Tante le novità evidenziate dai sindacati. Tra queste, il festivo infrasettimanale, la valorizzazione delle indennità, gli sviluppi di carriera, il cui finanziamento “è stato conquistato con la mobilitazione sindacale”. C’è poi una nuova disciplina del lavoro a distanza e delle nuove sezioni contrattuali: Educativo scolastico, Servizi sanitari e socio-sanitari, personale iscritto ad Ordini e Albi. Sezioni che si aggiungono alla quella della Polizia locale, rinnovata nei contenuti. 
Le sigle del settore esprimono soddisfazione “per un contratto non scontato, maturato in un contesto economico difficile, che dà una risposta anche salariale ai bisogni dei lavoratori del comparto”. Il lavoro dei sindacati ripartirà subito, con un occhio alla legge di bilancio, per il nuovo contratto. 
Giudizio positivo sulla trattativa anche da parte del segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra. Con la firma, evidenzia il leader cislino, si consolida “il processo di innovazione e modernizzazione delle pubbliche amministrazioni, dopo i contratti di funzioni centrali e sanità”.
“Con questo contratto - aggiunge Sbarra - si apre una nuova stagione di valorizzazione e riconoscimento per il lavoro di quanti operano in un contesto così importante e delicato; una vera e propria ‘prima linea’ delle amministrazioni nei confronti di cittadini e imprese”.
La Cisl sottolinea l’importanza di elementi come la revisione dell’ordinamento professionale, la riscrittura e l’istituzione di alcuni nuovi profili, le misure di salvaguardia della retribuzione e i nuovi sviluppi professionali. Traguardi raggiunti, sottolinea Sbarra, anche grazie al forte impegno dei sindacati “affinché fossero stanziate risorse aggiuntive a disposizione della contrattazione” e “che hanno reso possibile la chiusura del negoziato”.
 Al di là dell’adeguamento delle retribuzioni, il leader cislino ribadisce l’importanza della revisione dell’ordinamento, che “avvia un percorso di riqualificazione professionale e disegna una nuova prospettiva di valorizzazione economica in grado di accompagnare le sfide organizzative degli enti, anche con una diversa, migliore e più attagliata rivisitazione dei profili di inquadramento”. 
Adesso l’obiettivo sindacale è quello di accelerare le trattative per giungere al rinnovo dei contratti di Istruzione e Ricerca, attualmente in discussione, e di aprire i negoziati relativi alle aree della dirigenza. Il tutto  per concludere una tornata contrattuale che, conclude Sbarra, “coerentemente con quanto contenuto nel Patto per l’Innovazione e la Coesione Sociale, fortemente voluto dalla nostra organizzazione, si pone come obiettivo l’innovazione e la modernizzazione della Pa”.
Ilaria Storti

( 4 agosto 2022 )