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Pensioni, sindacati divisi alla meta. La palla ora passa al Parlamento

All’indomani della spaccatura sulle pensioni, i sindacati evitano la drammatizzazione delle distanze. Il rischio, infatti, sarebbe quello di finire trascinati nel conflitto politico interno alla sinistra. Il che non farebbe sicuramente bene ai lavoratori e ai pensionati. Siano essi iscritti alla Cisl o alla Cgil.
La Cisl sul confronto con il Governo sulla previdenza ha avuto giudizi diversi rispetto alla Cgil ma spera si possa ripartire sulle altre questioni aperte “in modo unitario”, ha detto stamane la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan intervistata su La7 ricordando che la spaccatura registrata ieri ”non è la prima volta che succede”. “A volte si fa sintesi, a volte non succede”, ha detto, noi pensiamo che si debbano “saper cogliere i risultati e portarli a casa. Sennò qualcuno si domanda, anche più del dovuto, a cosa serve il sindacato”.
Già ieri la leader della Cgil, Susanna Camusso, in un tweet aveva risposto alle accuse di fare sponda a Mdp. “Ci sono commentatori e giornalisti che scambiano scelte sindacali della Cgil Nazionale sulla previdenza come sponda politica a favore di partiti. Nulla di più sbagliato. La Cgil è troppo grande per essere assimilata al solo centrosinistra figuriamoci a una sola formazione”, aveva sottolineato.
La diversa valutazione sul provvedimento però resta. Così se la Cgil va in piazza il 2 dicembre, senza escludere di proseguire con uno sciopero generale, la Cisl, attraverso la voce della propria segretaria generale, ribadisce le ragioni del proprio sì. “L’intesa - spiega Furlan, intervistata dal Messaggero - è coerente con il lavoro fatto in questo anno. Nel 2016 erano arrivati l’Ape sociale, il cumulo gratuito e la quattordicesima per i pensionati. Andando avanti nel confronto abbiamo ottenuto per 15 categorie l’esenzione dallo scatto di cinque mesi sia ai fini della vecchiaia che della pensione anticipata, la commissione che dovrà valutare il tema della speranza di vita in riferimento ai singoli mestieri, e quindi poi allargare l’area di esenzione, l’adesione dei lavoratori della Pubblica amministrazione alla previdenza integrativa attraverso il silenzio-assenso e l’equiparazione fiscale, il nuovo meccanismo di calcolo della speranza di vita e il Fondo per prolungare l’Ape sociale al 2019. I lavoratori e le lavoratrici al riparo dallo scatto sono 25-30 mila, mi pare davvero un buon risultato”. “Questi contenuti - aggiunge Furlan -saranno trasformati in un emendamento alla legge di Bilancio. Lo sforzo finanziario è di 300 milioni: il nostro primo impegno sarà vigilare sul fatto che questi soldi vadano tutti per le finalità indicate e nulla si perda per strada. Poi certo non poniamo limiti alla Provvidenza, se il Parlamento vorrà fare ulteriori miglioramenti tanto meglio”.

Al momento, il provvedimento porta a 15 le categorie di lavoratori esentate dallo scatto a 67 anni dell'età pensionabile nel 2019. Nella lista ci sono le 11 categorie già individuate ai fini dell'Ape sociale e 4 categorie aggiuntive con particolari indici di infortunistica e di stress da lavoro correlato: operai e braccianti agricoli, marittimi, addetti alla pesca, siderurgici di prima e seconda fusione e lavoratori del vetro addetti ad alte temperature. L'esenzione è "condizionata allo svolgimento di attività gravose da almeno 7 anni nei 10 precedenti il pensionamento", e al "possesso di una anzianità contributiva pari ad almeno 30 anni", precisa il documento presentato dal governo ai sindacati.

(Approfondimento domani su Conquiste Tabloid)

( 22 novembre 2017 )

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