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Giustizia

Garante Carceri: il numero dei detenuti torna a salire

Il numero dei detenuti nelle carceri italiane è andato diminuendo dal 2013, quando si raggiunse la soglia di 62.536. Ma "nel 2016 questo trend si è modificato con un leggero aumento delle presenze, che al 31 dicembre 2016 erano 54.632 e al 14 febbraio 2017 sono 55.713, con un incremento di oltre 1000 unità. Se si confrontano le presenze a fine gennaio 2016 e a fine gennaio 2017 si registra un aumento del 6,2%". "Si tratta di un campanello d'allarme da non sottovalutare, anche se forse in parte fisiologico". Lo sottolinea Mauro Palma, Garante delle persone detenute, nella prima relazione al Parlamento presentata oggi alla Camera, che oltre a soffermarsi sui dati quantitativi della detenzione, evidenzia una serie di 'anomalie' di un modello che da un lato vittimizza e non promuove la "responsabilizzazione", dall'altra presenta carenze sanitarie nel trattamento del disagio mentale.

Per la presidente della Camera Laura Boldrini, “occuparsi di chi vive nelle carceri non vuol dire essere indulgenti, o come qualcuno direbbe usando una parola odiosa, 'buonisti'. Vuol dire occuparsi del fatto che chi entra in carcere può uscirne essendo una persona migliore, con benefici per tutta la società". "Il drammatico sovraffollamento delle carceri non può essere vissuto come una 'pena aggiuntiva', una 'ulteriore punizione' dai detenuti", ha aggiunto. Sottolineando che "c'è differenza tra chi sta in carcere lavorando e facendo un percorso e chi invece sta in carcere senza una prospettiva di riabilitazione", la presidente della Camera ha detto: "Bisogna dare a chi sbaglia la possibilità di rimettersi in piedi".

Un concetto che già il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, nel suo messaggio al Garante. "L'odierna giornata rappresenta un'utile occasione per la verifica del lavoro svolto, particolarmente impegnativa nella prospettiva di individuare gli strumenti e le modalità attraverso cui assicurare la piena realizzazione dei principi sulla pena affermati dall'articolo 27 della Costituzione. E' la Carta fondamentale a sancire che la pena, nel rispetto della dignita' e dei diritti fondamentali dell'uomo, deve favorire il reinserimento sociale di chi ha sbagliato e lo Stato ha il compito di offrire una occasione di recupero attraverso l'impegnativo percorso di rieducazione". Queste le parole di Mattarella. "Al Garante nazionale spetta di vigilare affinché sia pieno il rispetto dei diritti fondamentali del detenuto e di promuovere le attività utili al suo reinserimento nella società - conclude il Capo dello Stato-. Si tratta di una funzione delicata e complessa cui lo Stato deve dedicare attenzione reale ed impegno concreta".

 

( 21 marzo 2017 )

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