Non è certo la prima volta che lo scriviamo e che lo leggiamo in questi 87 tormentatissimi giorni che hanno seguito il voto del 4 marzo. Ma certo queste sono ore particolarmente febbrili, forse cruciali per dare un governo al Paese. Lo dimostra ad esempio il rientro a Roma di Matteo Salvini, in questi ultimi giorni molto impegnato nel tour elettorale in vista delle amministrative del 10 giugno. Resta ancora in piedi l'incarico al professor Cottarelli. Ma torna in pista il governo giallo-verde di Lega e Movimento 5 Stelle, guidato dal professor Giuseppe Conte, atteso nel pomeriggio nella Capitale. Il nodo irrisolto resta quello del ministero dell'Economia. L'ipotesi è di affidarlo a figura diversa da quella controversa di Paolo Savona, al quale sarebbe garantito un altro dicastero. Di questo stanno discutendo Salvini e Di Maio, con il leader del Carroccio che mercoledì sera ha fatto una significativa apertura in questo senso. Da parte sua il capo politico dei 5 Stelle non chiude all'idea di coinvolgere nel governo Fratelli d'Italia, dando al partito della Meloni il ministero della Difesa.

Il capo dello Stato Mattarella ha visto la Presidente del Senato Casellati e avuto un colloquio telefonico con il presidente della Camera Fico.

L'opposizione alza la voce. Un “teatrino vergognoso fatto da apprendisti stregoni”, dice il ministro uscente Calenda che si dice “contrario ai governi tecnici ma il governo politico va bene se non distrugge in poche settimane i risparmi degli italiani. E non riguarda solo l'uscita volontaria dall'euro ma il mandare l'Italia in default”. L'esponente del Pd affronta anche il tema del Fronte Repubblicano: “Non può essere un'accozzaglia. Finora il Pd si è perso nelle liti interne. Io mi presenterò all'interno di quella lista, con un suo simbolo autonomo e un leader riconosciuto che è Gentiloni, non farò mai un partito”.

( 31 maggio 2018 )