Giovedì 25 aprile 2024, ore 2:48

Verso il 4 marzo

Ue, a Bruxelles le larghe intese hanno già vinto

La Grande Coalizione (già) esiste e vota in mezzo in noi. Soprattutto a Strasburgo. Forza Italia e Partito Democratico, che in campagna elettorale fanno finta di schifarsi reciprocamente, vanno d’amore e d’accordo nelle plenarie del Parlamento europeo. I dati di VoteWatch Europe certificano che il patto del Nazareno va forte pure nelle istituzioni europee. Nell’attuale legislazione Ue, i due partiti hanno votato insieme in media il 74 per cento dei provvedimenti licenziati dall’Eurocamera. Nello specifico, il 75 per cento dei provvedimenti sull’economia, il 76 sul commercio internazionale e l’89 per cento delle risoluzioni sul budget. A dividere Renzi da Berlusconi, sarebbero, invece, immigrazione, ambiente e welfare. Dopo il Pd, il secondo partner a Strasburgo per Forza Italia è la Lega, con cui in media ha votato il 36 per cento dei provvedimenti, meno della metà di quanto deciso assieme al partito di Renzi. Berlusconi e Salvini si sono trovati d’accordo su risoluzioni relative a giustizia e affari interni, inclusa l’immigrazione (tasso di accordo al 49 per cento) e su affari sociali (46). Ma su alcuni provvedimenti, come il meccanismo Ue di ricollocazione dei rifugiati nei 27 i due partiti si sono ritrovati su posizioni opposte: favorevole Forza Italia, contraria la Lega. Il problema, si fa notare, è che, almeno a livello Ue, c’è molta più unità d’intenti tra leghisti e pentastellati. A Strasburgo, infatti, il tasso di accordo sulle votazioni tra il Carroccio e Movimento 5 Stelle è del 50 per cento, con punte del 68 per cento su politica economica e monetaria, 63 sul budget Ue, e del 60 per cento sul commercio internazionale. Ci sarebbero, allora, se quanto accade a Strasburgo, si traducesse anche sul piano nazionale, tutte le condizioni, osservano gli analisti, per un governo a forte trazione populista o presunto tale. Un vero e proprio “scenario da incubo” per la Commissione europea, che dopo Brexit, Polonia e Ungheria sarebbe costretta ad aggiungere un nuovo file al dossier “Rogne ed Eventuali”.

(Articolo completo di Pierpaolo Arzilla domani su Conquiste Tabloid)

( 27 febbraio 2018 )

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