Venerdì 19 aprile 2024, ore 21:53

Contratti pubblici

È rinnovo anche per la Sanità

Dopo quello delle Funzioni Centrali, del comparto Istruzione e Ricerca e delle Funzioni Locali, arriva anche il rinnovo del contratto Sanità. L’accordo siglato (dopo 27 ore di trattativa) da sindacati e Aran prevede un aumento medio di 86,94 euro e interessa oltre 600mila operatori del Sistema sanitario nazionale. Con l’intesa, si conclude - dopo quasi 10 anni di blocco - il lungo percorso dei rinnovi contrattuali di oltre 3 milioni di dipendenti pubblici.
Oltre agli aumenti e agli arretrati, l’intesa prevede la ripartenza della contrattazione per il trattamento accessorio.
“È una grande soddisfazione per la Cisl e la nostra Fp Cisl - scrive su twitter la leader di Via Po, Annamaria Furlan -. Un settore pubblico fondamentale per i cittadini dove lavorano persone di grande competenza e professionalità e a cui va tutta la nostra riconoscenza. È una altra bella giornata per la contrattazione, per il sindacato ed il Paese”. 
“Lo spirito che ha caratterizzato la tornata contrattuale per il comparto Sanitá - afferma il segretario confederale Cisl, Ignazio Ganga - si è basato sull’assunto per cui il Servizio sanitario è un bene comune e va difeso nel suo modello universale e nella sua articolazione nei servizi sul territorio e che questo potrà essere favorito attraverso un ruolo attivo delle lavoratrici e dei lavoratori”. 
Per la Cisl il contratto della sanità pubblica “rilancia il ruolo dei lavoratori di un settore che negli ultimi nove anni di vacanza contrattuale ha visto le Regioni riformare (in alcuni casi energicamente) il sistema sanitario, spesso con il solo obiettivo della razionalizzazione della spesa”. Investendo sul lavoro, aggiunge il sindacato, si implementa “il diritto alla salute che potrà essere ulteriormente valorizzato in termini di investimento piuttosto che come un costo”. La Sanità rientra dunque nell’agenda economica del Paese. 
Il rinnovo, come detto, non porta “solo” risultati economici. Ganga pone l’accento su un rinnovato impianto normativo “utile a rafforzare quella necessaria visione prospettica che dovrà assumere il sistema sanitario del Paese”. Un sistema che ha dato risultati, spesso di eccellenza, anche negli anni di blocco contrattuale, come ricorda il segretario confederale. “L’intero negoziato - aggiunge Ganga - si è svolto nella consapevolezza che mai come in questo settore i processi di innovazione e di innalzamento degli standard di qualità presuppongono investimenti nelle risorse umane che rappresentano il vero patrimonio del nostro Servizio Sanitario Nazionale”.
Come per le Funzioni centrali e Locali e per l’Istruzione, il contratto Sanità conferma la presenza di una commissione paritetica incaricata di realizzare quel “processo di innovazione atteso sui sistemi di classificazione del personale”. 

"È servita una trattativa lunga e complessa per migliorare i testi consegnatici dalla controparte - evidenzia il segretario generale della Cisl Fp, Maurizio Petriccioli - ma, alla fine, siamo giunti ad una mediazione che ha permesso di dare un contratto alle lavoratrici, ai lavoratori e ai professionisti della sanità pubblica, ‘deludendo’ chi sperava che non avremmo saputo evitare le deroghe alla normativa sull’orario di lavoro". 
Tra gli obiettivi raggiunti, Petriccioli ricorda "la neutralizzazione degli effetti dell’aumento contrattuale sul cosiddetto ‘Bonus Renzi’; la valorizzazione dell’incarico di coordinamento in ambito sanitario; la possibilità di aumentare le indennità nell’ambito della contrattazione aziendale; il contenimento delle deroghe in materia di riposo giornaliero; nuovi istituti partecipativi nell’ambito delle relazioni sindacali quali il confronto e l’organismo paritetico per l’innovazione; la limitazione della pronta disponibilità". Per gli operatori sanitari, infine, è stato previsto un riconoscimento indennitario che, evidenzia il segretario Cisl Fp, "valorizza il loro apporto alla cura della persona".

( 23 febbraio 2018 )

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