Il contratto degli statali vede finalmente il traguardo, formale, dopo 9 anni di attesa. Dopo il via libera del Cdm all’accordo - stipulato il 23 dicembre da sindacati e Aran - resta infatti solo un passaggio: il vaglio della Corte dei Conti. In ballo, per i 270 mila dipendenti in questione, ci sono anche gli arretrati: dai 370euro della fascia più bassa ai 712 della più alta (media 492). E’ possibile, procedendo a ritmi serrati, che l’una tantum arrivi a febbraio. Ed è questo l’auspicio di Marianna Madia.
Dopo la tappa di ieri in Consiglio dei ministri, la delibera del parere positivo del Governo, l’Aran girerà il contratto alla Corte dei Conti, a cui spetta la certificazione di compatibilità dei costi. Entro quindici giorni dovrebbe arrivare l’ok che permetterebbe alle parti (Aran e sindacati) di darsi di nuovo appuntamento per la sottoscrizione definitiva. Dal giorno dopo il contratto è efficace.
Il passaggio in Cdm viene accolto positivamente dai sindacati. Si chiude il cerchio del primo contratto degli statali, commenta il segretario confederale della Cisl, Ignazio Ganga, che chiede di non “perdere tempo per riconoscere i benefici contrattuali attesi da 9 nove anni dai dipendenti degli enti centrali, che dovranno poter vedere i riscontri economici in busta paga già dal mese di febbraio, comprensivi degli arretrati”. “L’esito favorevole - sottolinea il sindacalista - dovrà servire a rafforzare il processo negoziale in corso in queste ore all’Aran che vede le parti al lavoro sul rinnovo di tre contratti: sicurezza, funzioni locali ed istruzione e che dovrà rendere quanto prima operativo il confronto per la sanità allo scopo di chiudere la stagione contrattuale in tempi utili e dare segnali favorevoli a milioni di lavoratori pubblici”. Secondo Ganga si tratta di riconoscere “quanto l’operato dei dipendenti pubblici sia davvero fondamentale per accompagnare i processi di crescita e di sviluppo di tutto il nostro sistema paese”.
“È il primo contratto della pubblica amministrazione che viene rinnovato - commenta la segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso -; dal punto di vista numerico è il più piccolo, è però molto significativo perché riguarda le funzioni dirette dello Stato e soprattutto perché determina un quadro di riferimento”.
Fin qui quel che riguarda i circa 270 mila statali dipendenti della pubblica amministrazione centrale (ministeri, agenzie fiscali e parastato). Gli altri tre comparti in cui si divide il pubblico impiego sono invece in piena trattativa. Il negoziato del comparto sanità ha subito un’accelerazione questa settimana, la chiusura dovrebbe arrivare per febbraio.
Governo e Aran sono inoltre all’opera anche sul fronte dei dipendenti pubblici - in particolare nel comparto sicurezza - che non sono contrattualizzati.