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Sindacato

Cisl: inclusività e dignità del lavoro al centro del Congresso

E' partito in questi giorni il XVIII Congresso federale della Cisl. "Centralità della persona e tutela della dignità del lavoro" sono le parole chiave ricordate dal segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan, ospite del forum dell'Agi "Viva l'Italia". L'obiettivo, sottolinea, "è ritrovare il valore sociale del lavoro, è questo che rende il lavoro importante e la persona che lavora importante - osserva - questo significa un'organizzazione più inclusiva, dove i lavoratori, gli immigrati, tutti abbiano tanto protagonismo. Un'organizzazione che si apre".

Sono 5 i miliardi che il Governo dovrebbe stanziare in un triennio per finanziare gli aumenti contrattuali agli Statali. Ha affermato il segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan. "Incrociamo le dita perchè la trattativa con il Governo è in corso - ha osservato  - penso che porterà risultati positivi. Abbiamo fatto un accordo che vuole dare un contratto a milioni di lavoratori che aspettano da otto anni. E poi stiamo discutendo per avere un contratto che determini una vera riforma della P.a.". Perche'; ha insistito, "non c'è qualità del servizio se non c'è qualità del lavoro".

"Il Governo si era impegnato a fare una riforma del fisco entro il 2018. Si deve iniziare da subito, senza perdere altro tempo. Va rivisto il fisco e vanno riviste le aliquote, ma il concetto alla base di tutto è che il fisco italiano va reso più amico del lavoro", prosegue Annamaria Furlan che poi si ricandida come segretario generale del sindacato rispondendo a una domanda diretta: "Certo che mi ricandido", ha affermato decisa.

Basta poi con i "furbetti del cartellino", la Cisl "non li vuole rappresentare", sottolinea ancora il segretario generale Cisl.  "Le tante immagini di dipendenti pubblici che si fanno timbrare e stanno in costume da bagno scuotono gli animi compreso il mio - osserva Furlan - la Cisl non vuole avere nulla a che fare con chi fa finta di lavorare e chi si fa timbrare il badge". E continua nel suo ragionamento: "Per fenomeni di questo genere non ho mezze misure: la Cisl e secondo me tutto il sindacato confederale non vuole rappresentare chi continua a stare in malattia pur essendo sanissimo e che si fa timbrare il badge. Sono persone da licenziare. Ci sono le regole per farlo". Continua Furlan: "In un paese con oltre 30 milioni di disoccupati e il 40 per cento dei giovani che non trova lavoro, il destino di questi signori non mi riguarda proprio". Detto questo, osserva ancora, "vorrei che almeno una volta per un dipendente pubblico che va a timbrare in mutande il cartellino, si parlasse invece delle migliaia e migliaia di lavoratori della pubblica amministrazione che fanno ore di straordinario senza che nessuno glieli paghi e che vivono il loro lavoro in termini quasi di missione perche' diventa servizio per la comunità. Di questi lavoratori purtroppo non si sente mai parlare".

La riforma della "Buona scuola" è una legge che va migliorata per "definire quali siano gli obiettivi e anche che cosa significhi la qualita' e la produttivita' della scuola". E soprattutto il Governo deve "ascoltare chi rappresenta competenze come i sindacati", analizza Annamaria Furlan, e spiega: "Innanzitutto quella riforma non riconosce la collegialita' della scuola: la scuola va bene se i ragazzi sono seguiti collegialmente. Un bel liceo classico dei Parioli ha le stesse condizioni di un istituto tecnico della periferia romana? E come giudichiamo quel lavoro rispetto agli esiti dei voti dei ragazzi o anche rispetto a altri criteri? Quella riforma non ha tenuto minimamente conto di questi aspetti". Inoltre, prosegue nel suo ragionamento, "credo che il tema non sia la valutazione, ma definire insieme cosa significhino qualità e produttività. Credo piu' in una qualità complessiva dell'offerta formativa. Perchè parliamo di un complesso di competenze che coinvolge i docenti ma che deve coinvolgere anche le famiglie e i ragazzi, sapendo che ci sono situazioni molto diverse, come e' giusto riconoscere". Il dialogo con il ministro dell'Istruzione Valeria Fedeli "ha già dato aspetti positivi: finalmente si sono definite insieme la questione della mobilità dei docenti. Dopo la "Buona scuola" abbiamo avuto una confusione nelle scuole come non mai. E questo non serve agli insegnanti ne' ai ragazzi e alle famiglie. Ascoltare chi rappresenta competenze come i sindacati della scuola quando si parla ad esempio di mobilita' sarebbe servito a evitare tanti disguidi e ritardi".

 

( 15 febbraio 2017 )

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