Giovedì 18 aprile 2024, ore 13:52

Agricoltura

Dal Governo un protocollo contro il caporalato e lo sfruttamento

di Rodolfo Ricci

Illegalità e sfruttamento, parte l’azione di contrasto. Infatti i ministeri dell'Interno, del Lavoro, delle Politiche agricole alimentari e forestali, rendono noto che i Ministri Maurizio Martina, Giuliano Poletti e Angelino Alfano hanno firmato il Protocollo contro il caporalato e lo sfruttamento lavorativo in agricoltura. L'intesa, sottoscritta anche dall'Ispettorato Nazionale del Lavoro, dalle Regione Basilicata, Calabria, Campania, Piemonte, Puglia e Sicilia, dalle organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil, e dalle associazioni di categoria Coldiretti, Cia, Copagri, Confagricoltura, e Cna, Alleanza delle Cooperative, Caritas, Libera e Croce Rossa Italiana, ha come finalità principale sostenere e rafforzare gli interventi di contrasto al caporalato e allo sfruttamento su tutto il territorio nazionale, in particolare a partire dai territori di Bari, Caserta, Foggia, Lecce, Potenza, Ragusa e Reggio Calabria. Grazie al Protocollo, spiega una nota, "sarà possibile consolidare una rete, costituita da tutti i soggetti interessati, per la messa in campo di una serie di iniziative che realizzeranno progetti concreti contro il fenomeno del caporalato e il miglioramento delle condizioni di accoglienza dei lavoratori”. Centrale sarà la regia delle Prefetture che sui territori saranno chiamate a una azione di coordinamento delle attività da mettere in campo, grazie all'attivazione di Tavoli permanenti, presieduti dai prefetti e finalizzati ad individuare i progetti da realizzare in base alle esigenze delle singole realtà territoriali. Appositi accordi saranno sottoscritti per la concreta messa in pratica dei progetti prescelti.

"Nasce il 'Patto del Viminale': Governo, parti sociali agricole e Regioni maggiormente colpite dal caporalato da oggi uniscono le forze per attivare sui territori servizi di tutela finalizzati a promuovere legalità, sicurezza, integrazione. Un formidabile passo verso quella controffensiva partecipata che da molto tempo la Fai Cisl invoca. La nostra disponibilità a mettere a disposizione competenze, energie, risorse progettuali e strumentali è completa. Ora aspettiamo di essere convocati sui territori per passare subito alla fase operativa", ha commentato Luigi Sbarra, segretario Generale della Fai Cisl. "Il sostegno che il sindacato può dare in termini di presidio, sicurezza, governance del mercato del lavoro, gestione dei flussi, innalzamento dei servizi alla persona è determinante - ha aggiunto il leader della Fai Cisl -. Attraverso gli strumenti della contrattazione nazionale e di secondo livello e della bilateralità possiamo mettere un argine allo sfruttamento e contrastare il lavoro nero, ma anche rilanciare la formazione e promuovere integrazione e cultura civica. Dobbiamo adottare un approccio dal basso che coinvolga la rete di prossimità del mondo del lavoro per stabilire quote e flussi coerenti con i fabbisogni delle imprese, sostenere i bisogni delle persone, verificare e valorizzare la disponibilità di beni pubblici inutilizzati, mettere in campo vera e concreta progettazione sociale sussidiaria".

"Dunque, grande soddisfazione per il risultato di oggi che, almeno su carta, riconosce pieno protagonismo al sindacato agricolo, individuando nel territorio il luogo principe dove i progetti dovranno prendere forma. L'importante ora è non spegnere i riflettori, tenere vivo questo metodo di lavoro e questa cultura, da sempre sostenuti dalla Fai e dalla Cisl. Occorre sbloccare subito in Senato il ddl di novembre, per cui scenderemo in piazza a Bari il 25 giugno, e non va abbassata la guardia sulla piena attivazione territoriale della Cabina di Regia e della Rete del lavoro agricolo di qualità per stabilire convenzioni, promuovere politiche attive, orientare i controlli in modo partecipato", ha concluso Sbarra.

Il ministero del Lavoro garantirà e faciliterà il confronto tra le parti sociali e istituzionali anche con la promozione di campagne di informazione e sensibilizzazione sulla tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro intervenendo con progetti contro il caporalato. Al Ministero delle politiche agricole spetta invece il coordinamento delle operazioni di controllo del territorio del Corpo forestale dello Stato, soprattutto nelle aree rurali, che rafforzano e affiancano le attivita' di vigilanza dell'Ispettorato nazionale del lavoro. Il coordinamento tecnico e amministrativo per l'attuazione del Protocollo, assicurato dai Ministeri interessati, sarà gestito tramite un Gruppo di lavoro, composto dai rappresentanti dei dicasteri, delle Regioni e delle organizzazioni firmatarie, che stabilirà programma e calendario dei lavori. Le attività previste dal Protocollo saranno finanziate anche grazie al Ministero dell'Interno, attraverso il PON Legalità e il Fondo Asilo Migrazione e Integrazione. "Prosegue l'impegno unitario del governo - ha commentato il ministro Maurizio Martina - per combattere un fenomeno inaccettabile come il caporalato. La stagione di raccolta è all'inizio e per la prima volta abbiamo strumenti concreti e coordinati per agire sul territorio, in particolare dove negli anni si sono presentate le peggiori situazioni di degrado. Grazie all'impegno preso con i Ministri Poletti e Alfano, insieme ai sindacati, alle associazioni di categoria e al terzo settore, possiamo sperimentare un modello di interventi che contrasti lo sfruttamento, soprattutto dei lavoratori stagionali immigrati. Penso in particolare alle azioni per l'accoglienza e per il trasporto, che negli anni sono stati i punti più deboli in assoluto. Con il Corpo forestale dello Stato e i Carabinieri, poi - ha concluso - abbiamo attivato il rafforzamento dei controlli con task force in territori prioritari. In questa battaglia, è bene sottolinearlo, l'agricoltura sana non e' sul banco degli imputati, ma in prima linea per la legalita”.

Le azioni principali previste sono: stipula di convenzioni, per l'introduzione del servizio di trasporto gratuito per le lavoratrici e i lavoratori agricoli che copra l'itinerario casa/lavoro; Istituzione di presidi medico-sanitari mobili per assicurare interventi di prevenzione e di primo soccorso; Destinazione d'utilizzo di beni immobili disponibili o confiscati alla criminalità organizzata per creare centri di servizio e di assistenza socio-sanitari organizzati dalle competenti istituzioni anche in collaborazione con le organizzazioni di terzo settore e con le parti sociali; Progetti pilota che prevedano l'impiego temporaneo di immobili demaniali in caso di necessità di gestione delle emergenze connesse all'accoglienza dei lavoratori stagionali; Bandi per promuovere l'ospitalita' dei lavoratori stagionali in condizioni dignitose e salubri, per contrastare la nascita o il perdurare di ghetti; Sperimentazione di sportelli di informazione per l'incontro domanda e offerta di servizi abitativi, anche valorizzando le esperienze promosse dalle parti sociali; Organizzazione di servizi di distribuzione gratuita di acqua e viveri di prima necessita' per lavoratori stagionali; Potenziamento delle attivita' di tutela ed informazione ai lavoratori; Attivazione di servizi di orientamento al lavoro mediante i Centri per l'impiego ed i servizi attivati dalle parti sociali, in prossimita' del luogo di stazionamento dei migranti, per consentire un facile accesso ai servizi forniti dallo stesso ente; attivazione di sportelli informativi attraverso unita' mobili provviste di operatori quali mediatori linguistico-culturali, psicologi e personale competente; Istituzione di corsi di lingua italiana e di formazione lavoro per i periodi successivi all'instaurazione del rapporto di lavoro agricolo.

( 27 maggio 2016 )

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