Giovedì 25 aprile 2024, ore 7:04

Primo Maggio a Genova

Dignità al lavoro, il grido della piazza di Cgil, Cisl e Uil

La dignità del lavoro è una di quelle espressioni sindacali da cui i politici dei ciaone e delle ruspe si tengono alla larga. La usa Annamaria Furlan per rispondere ai giornalisti che, a Genova, la interrogano sulle politiche del governo. Il governo, dice, deve ricordarsi della dignità del lavoro. Per questo, forse, in questo primo maggio genovese di Cgil Cisl e Uil non si respirano entusiasmi per i timidi segnali di ripresa dell'occupazione. E non solo perché Genova e la Liguria, come ricorda la segretaria generale cislina, “hanno pagato la crisi più di tutte le regioni del Nord”. Ma anche perché nel mondo del lavoro ci sono ancora grandi emergenze che divorano la dignità. A Genova, insomma, c'è un clima di lotta, c'è un'eco di vecchie battaglie sindacali, qui ancora attuali. Il partito della nazione, o il suo chiacchierato fantasma, qui non sanno cosa sia. C'è l'agguerrita aristocrazia operaia dei camalli. Ci sono i movimenti. Ci sono i referendari del no, che raccolgono firme contro la riforma Boschi, evocando le solite derive autoritarie. C'è anche qualche giovane vecchio del Partito comunista internazionale che ci mette in guardia contro la “pace sociale che ammorba l'inizio del 2016”. Ci sono tanti stranieri (molti dei quali sindacalisti), che Genova, sottolinea Furlan, “ha sempre accolto bene”. E poi ci sono migliaia di lavoratori. Qui in piazza, l'unità si respira. E si respira in città. Genova, dice nel suo intervento (guarda il video) dal palco Annamaria Furlan, “è multietnica, ha tante lingue, tante culture, rappresenta la solidarietà e la coesione, e ha una storia di industria, di città portuale”. E' un emblema. Un'emblema “di tante possibilità sprecate, che si traducono in tanta disoccupazione”. “Noi – rivendica la segreteria generale Cisl - vogliamo una vita più giusta, vogliamo che la solidarietà sia al centro delle scelte del Paese. E per farlo bisogna cambiare l'Europa. No all'Europa di muri, sì a quella dell'accoglienza”. Per questo la Cisl chiede al governo di cambiare. “Le grandi riforme che noi vogliamo – sottolinea le leader cislina - sono quelle che mettono al centro la dignità del lavoro, in un Paese dove ogni giorno muoiono tre persone lavorando. Per farlo servono investimenti, pubblici e privati, in infrastrutture, scuola, ricerca, innovazione. L'economia funziona se le buste paga di lavoratori e pensionati sono più pesanti. Vogliamo proposte per far ripartire l'economia, non la finanza speculativa. Il lavoro che muove il lavoro. E la sua dignità. Si lavora per stare insieme, per fare comunità, per costruire il futuro”. A Genova c'è la comunità del lavoro. Una comunità in lotta. Eppure questo primo maggio sembra un giorno di tregua, di tregua dall'eterno derby politico-mediatico a cui siamo abituati. Ce ne vorrebbero tanti altri, di giorni così.

(Domani su Conquiste Tabloid l'articolo completo di Ilaria Storti)

( 1 maggio 2016 )

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