La piazza dei sindacati scuote il Governo e promette una mobilitazione serrata. “Finché non avremo le risposte alle questioni che un anno fa abbiamo aperto insieme - promette la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, dal palco della manifestazione con Cgil e Uil per il lavoro -, noi continueremo nella mobilitazione, nella nostra lotta. Non ci bastano i cambiamenti di modi, abbiamo bisogno di risposte”. I sindacati non si accontentano di promesse. Né può più bastare l’inversione di rotta del Governo Conte due sul fronte del metodo. “In un anno non è cambiato nulla - chiarisce la leader cislina -. Abbiamo bisogno di chiudere le vertenze aperte, 160 a cui ogni giorno se ne aggiunge una, di togliere dall’incertezza oltre trecentomila lavoratori e lavoratrici. Il clima è un po’ peggiorato, altro che migliorato”. A Piazza Santi Apostoli sono scesi in piazza in migliaia. E la mobilitazione andrà avanti per una settimana. I lavoratori fanno fronte comune. La pazienza è al limite. “Quanto ancora dobbiamo aspettare - chiede Furlan - perché la politica capisca che le vertenze non sono un braccio di ferro tra governo e opposizione o peggio ancora dentro lo stesso governo? Il popolo del lavoro non vive di sondaggi elettorali o di tweet, ma di lavoro”. Il messaggio dei sindacati è netto. “Non permetteremo a nessuno - avverte la segretaria generale - di giocare a poker con i lavoratori e le lavoratrici, di speculare sul lavoro”.
Il fronte sindacale è quanto mai compatto. “Il mondo del lavoro unito chiede il cambiamento del Paese - ribadisce il segretario generale Cgil, Maurizio Landini -: si mettano in testa che non si cambia senza e contro i lavoratori. Noi non abbiamo paura, non ci rassegniamo e andiamo avanti finché non otteniamo risultati. Uniti ce la possiamo fare”.
“Dietro i numeri e le vertenze - ricorda il leader Uil, Carmelo Barbagallo - ci sono migliaia di famiglie che rischiano di passare nel modo peggiore il prossimo Natale. Se non si risolvono i problemi, non solo torneremo in piazza ma nelle piazze di tutti i paesi”.
I sindacati, dunque, non intendono fermarsi. Domani si torna in piazza.