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Manifestazione del 9 febbraio

Una piazza San Giovanni colorata dalle bandiere di Cgil, Cisl e Uil e stracolma come non si vedeva da anni. Così stamattina decine di migliaia di persone hanno manifestato fisicamente il loro dissenso sulle scelte di politica economica del governo gialloverde. Una partecipazione impressionante. La questura ha già parlato di almeno 100mila persone, mentre gli organizzatori non hanno fornito cifre ufficiali, ma fonti interne ai sindacati parlano di 300mila persone. L'ultima manifestazione di questa portata fece cadere il governo Berlusconi. Di sicuro, mentre poco dopo le 11 sono iniziati gli interventi dal palco, il fondo del corteo era ancora in piazza della Repubblica.

Da lì stamane, con lo slogan "Futuro al Lavoro", ha preso il via il serpentone di delegati. Sono migliaia e provengono da tutta Italia, lavoratori giovani e pensionati che da nord a sud non hanno rinunciato e credono nel diritto al lavoro. Talmente tanti che il corteo si è sdoppiato nelle vie parallele al percorso ufficiale: un fiume compatto di persone e bandiere che da piazza Santa Maria Maggiore è confluito verso piazza Vittorio Emanuele, proseguendo per via Emanuele Filiberto fino a convergere in piazza San Giovanni. Tantissimi manifestanti capaci di dare forza alle proprie ragioni con grande senso civico. Anche bande musicali, come quella di Molfetta, hanno scandito slogan dedicati al lavoro. Una grande partecipazione capace di coinvolgere anche i cittadini e i negozianti lungo le strade. Era da tempo che non si vedeva un segnale così forte. Oggi le bandiere di Cgil Cisl UIl sono riuscite a catalizzare l’attenzione e ad unire in una sola voce la richiesta di giovani e lavoratori: basta alla precarietà e all’incertezza avanti con il lavoro, la partecipazione e lo sviluppo.

"Vogliamo cambiare le scelte sbagliate del Governo e sollecitare un confronto di merito sulle vere priorità economiche e sociali, a partire dalle richieste dei più deboli e bisognosi", scrive oggi la leader di Via Po, Annamaria Furlan, su Conquiste. "Lo abbiamo detto con chiarezza -aggiunge-: è giusto ridurre l'enorme area di povertà, ma è il lavoro il vero strumento di inclusione sociale, il mezzo per raggiungere una effettiva cittadinanza e realizzare la dignità delle persone. L’occupazione per i giovani e per chi perde la sicurezza lavorativa può arrivare solo da più investimenti pubblici e privati, con una politica industriale rispettosa dell'ambiente, con la formazione delle competenze di cui le imprese hanno oggi bisogno, con sgravi fiscali per le assunzioni a tempo indeterminato ed incentivi per la digitalizzazione". Per Furlan non basta l'ottimismo del Premier e degli altri ministri per risolvere i problemi. "Occorre -conclude- aprire un dialogo costruttivo con il sindacato per imboccare una vera politica di crescita, di diritti essenziali per tutti, rimettendo al centro la persona umana, la dignità del lavoro, la sua sicurezza, la necessità di rilanciare il progetto di una Europa politica senza nuovi muri, barriere economiche o sociali".

La manifestazione era stata inizialmente programmata in piazza del Popolo e poi spostata alla luce di una partecipazione più ampia di quella in un primo momento prevista. "Riempiremo piazza San Giovanni", hanno detto alla vigilia i sindacati, spiegando che sono stati programmati oltre 1.300 pullman, 12 treni straordinari, 2 navi, più di 1.000 arrivi con voli, oltre a tutta la partecipazione auto-organizzata.

"In tanti ci chiedono 'quanti siamo'. Ce ne sono troppi che danno i numeri in questo Paese. Allora diciamo: noi non diamo numeri, contateci voi. E a chi ci governa diciamo, se hanno un briciolo di intelligenza, di ascoltare questa piazza perché noi siamo il cambiamento", ha scandito il leader della Cgil, Landini, il primo dei tre segretari generali a prendere la parola in piazza San Giovanni. "Uscite dalla realtà virtuale, uscite dalla finzione e guardate questa piazza", gli ha fatto eco la leader della Cisl, Annamaria Furlan, intervenuta dopo di lui. "Con una diretta Facebook e tweet pretendono di racchiudere in poche battute la complessità della realtà", ha aggiunto. Furlan ha rivendicato con "orgoglio" l'unità della manifestazione: "Un momento importante della storia sindacale del Paese". "Le nostre bandiere di colore diverso ha sottolineato - sono una accanto all'altra, unite a raccontare una vicenda lunga comune a ricordare che i sindacati confederali hanno saputo rappresentare una bella storia nel nostro Paese, specie nei momenti più difficili". "Abbiamo motivi per stringerci assieme ed essere orgogliosi, orgogliosi di 12 milioni di lavoratori e lavoratrici e pensionati e pensionate che rappresentiamo". "Mandate una foto" agli esponenti di governo e vediamo "se riusciranno a contarci", ha aggiunto il segretario della Uil, Carmelo Barbagallo, chiudendo la manifestazione. Barbagallo ha ribadito che il sindacato non è opposizione politica ma ha presentato una piattaforma e vuole discuterla con l'esecutivo.

Dal palco, prima dei leader sindacali, hanno preso la parola sei tra delegati e delegate: un'infermiera del 118, una pensionata, un rider, un delegato dell'ex Ilva di Taranto, una delegata della scuola e un lavoratore edile.

L'ultima manifestazione unitaria confluita in piazza San Giovanni a Roma risale al 22 giugno del 2013, sempre di sabato, quando Cgil, Cisl e Uil scesero in piazza con lo slogan 'Lavoro è democrazia'.

S.Boschetti, E.Crea, F.Gagliardi, G.Guadagni

( 9 febbraio 2019 )

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