All'indomani della firma definitiva (attesa quasi 10 anni) del contratto Istruzione, i sindacati tornano a lanciare l'allarme sull'emergenza aggressioni nella scuola. Dopo un nuovo episodio di violenza da parte di alcuni alunni nei confronti di un professore, questa volta a Lucca, prova a muoversi anche il ministero. Valeria Fedeli invoca il pugno duro e ricorda che le punizioni giungono sino all’esclusione dallo scrutino finale. "Chi infrange le regole - sottolinea la ministra -, chi ricorre alla violenza verbale o fisica nei confronti di professoresse e professori va sanzionato secondo le norme vigenti, che prevedono la sospensione dalle lezioni per periodi di tempo diversi a seconda della gravità delle azioni compiute e, nei casi più gravi, anche la non ammissione allo scrutinio finale“.
La questione, però, secondo la segretaria generale Cisl Scuola, Maddalena Gissi, non è solo di natura disciplinare, dietro c'è "un’emergenza educativa, sociale, politica" . Gissi critica la "routine" con cui si archiviano gli episodi: "grande risalto sui media, fiorire di analisi e commenti, lancio di qualche iniziativa. "L'indignazione - denuncia la sindacalista - non basta, come non basterebbe qualche nuovo deterrente disciplinare, o un ricorso più rigoroso a quanto già oggi norme e regolamenti prevedono". Secondo Gissi l'emergenza educativa nasce dalla crisi del "patto indispensabile tra scuola e famiglia", l'emergenza sociale è legata all'isolamento della scuola nell’ambito "di una società che le delega tutto e poi non la sostiene come dovrebbe", l'emergenza politica nasce dalla mancanza di attenzione e risorse". "Con l’aggravante - spiega la segretaria Cisl Scuola - di averne fatto, da troppo tempo, terreno di scontro ideologico o esposto a smanie di protagonismo, di segno diverso ma comunque dannose. Interroghiamoci su come fare perché la scuola torni a essere il prezioso bene comune che dovrebbe rappresentare per tutti. Non accendiamo i riflettori solo in presenza di qualche evento clamoroso, avviamo una riflessione seria che preluda a un impegno serio". Cisl Scuola ha chiesto al nuovo Parlamento e al nuovo Governo di dare un segnale forte in questa direzione, "promuovendo un momento che riconosca in modo anche formalmente solenne questa esigenza di un confronto aperto, competente, impegnativo". Da qui la proposta di indire una grande conferenza nazionale sulla scuola, come si fece nel 1990 con l’allora Ministro della Pubblica Istruzione Sergio Mattarella . "Non basta più - conclude Gissi - il protagonismo più o meno episodico di singoli e organizzazioni: tutti vanno sfidati a dare su questi temi il miglior contributo possibile, a fare in modo responsabile la loro parte, possibilmente tutti insieme: questo Paese, sulla scuola, provi a farsi comunità".
Anche la segretaria generale Cisl invoca "un’ alleanza forte e responsabile tra il mondo della scuola, l’università, i sindacati, le imprese, le tante associazioni di volontariato e di frontiera presenti nel territorio". "La sfida educativa - afferma Annamaria Furlan - è più che mai fondamentale non solo per lo sviluppo economico ma anche per la crescita civile e sociale. Bisogna puntare a ridurre l’abbandono scolastico e favorire attraverso una formazione mirata ed una vera alternanza scuola-lavoro, l’inclusione sociale dei giovani, evitando che siano adescati dalla criminalità".