Quattro ore di sciopero lunedì in tutti gli stabilimenti del gruppo ex Ilva. Lo hanno deciso i sindacati di categoria Fim, Fiom, Uilm al termine dell’incontro al Ministero per le Imprese e il Made in Italy sul futuro di Acciaierie d’Italia. “Il siderurgico di Taranto è sul punto di spegnersi e quando si spegne non si riaccende più come una normale catena di montaggio - afferma Roberto Benaglia, segretario generale Fim Cisl, al tavolo con gli enti locali ed i ministri Adolfo Urso e Marina Calderone -. Chiediamo di approfondire la situazione anche con incontri bilaterali per provvedere a quelle che sono le disponibilità sugli stanziamenti economici e le responsabilità del Governo e dello Stato per riequilibrare una joint venture che non può aspettare il 2024 e che oggi sta trascinando alla chiusura il siderurgico. Noi non siamo fermi davanti a questa prospettiva. Bisogna fare un grande atto politico con ArcelorMittal”.
Da parte loro i ministri hanno assicurato che non abbandoneranno i lavoratori e verranno usati tutti gli strumenti di cui si potrà disporre per tutelare il reddito. Il riferimento non è solo all’indotto di Taranto e a quei 2mila lavoratori a rischio dopo lo stop all’attività di 145 aziende fino al 16 gennaio ma che ai 1.600 lavoratori dell’ex Ilva a cui scadono gli ammortizzatori sociali. Intanto sarà confermata anche per il 2023 la cassa integrazione straordinaria per il personale che non assunto da ArcelorMittal prima e da Acciaierie d’Italia dopo, è rimasto in carica a Ilva in amministrazione straordinaria, la società proprietaria degli impianti. La conferma riguarda l’integrazione salariale alla cassa a zero ore. Integrazione finanziata per il 2022 con 19 milioni di euro. I dipendenti di Ilva in amministrazione straordinaria sono circa 1.600 e la loro mancata riassunzione in azienda è per i sindacati un altro dei punti non adempiuti da Mittal.
Il ministro Urso auspica che l’azienda riconsideri a breve la sospensione relativa alle 145 imprese appaltatrici di Acciaierie d’Italia e ha chiesto tempo rispetto al miliardo di euro inserito per l’ex Ilva nel dl Aiuti Bis e affidato a Invitalia, partner pubblico di minoranza di Mittal in Acciaierie d’Italia. “Comunque il vertice di oggi - ha assicurato Urso - è stato solo il primo di una serie di convocazioni”. Anche perché oggi non c’era nemmeno l’azienda.
Sara Martano