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Mobilitazione

Alcoa, sindacati chiedono risposte immediate per i lavoratori

A Roma, ancora una volta, 200 lavoratori hanno rivendicato lavoro e risposte per il futuro dello stabilimento Alcoa di Portovesme (Sulcis Iglesiente) fermo ormai da tre anni. "La presidenza del Consiglio ci ha informato che Glencore non ha ancora dato la risposta che si attendeva per il 20 gennaio. Nel frattempo il Mise sta lavorando con un gestore di energia disponibile ad un accordo di lungo periodo bilaterale". Lo afferma il segretario generale Fim Cisl Marco Bentivogli dopo l'incontro dei sindacati con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti e il presidente della Regione Sardegna, Francesco Pigliaru. L'ipotesi allo studio, secondo Bentivogli, prevede di utilizzare i primi due anni di superinterrompibilità e i successivi di interrompibilità per avvicinare il prezzo dell'energia a quello previsto nel memorandum of understanding (con una media per 10 anni al di sotto dei 30 euro/MW). Il governo chiederà a Glencore una risposta definitiva entro febbraio e, al tempo stesso, "ha informato di aver richiamato Alcoa a, dopo aver consentito l'accesso in data room, consentire la visita a Sider Alloys che completino il quadro utile ad avere un quadro di informazioni complete per presentare un piano industriale e finanziario e formulare la sua offerta". "I lavoratori dell'indotto sono senza alcun reddito, a breve anche i lavoratori Alcoa. È inaccettabile che dopo 4 anni di lotta e di promesse e illusioni i lavoratori siano senza prospettive. Vogliamo il Governo tutto in campo per una soluzione positiva", commenta Bentivogli.

"Dopo quattro anni di sofferenza per i lavoratori e il territorio il governo metta impegno e serietà", sollecita Anna Maria Furlan, leader Cisl, che dice "no alle solite passerelle. Abbiamo bisogno di più lavoro in questo territorio in particolare. Vediamo che il governo mette troppo impegno su altro - aggiunge Furlan - lo vorremmo vedere impegnato sul lavoro come priorità".

 "Il governo decida concretamente, se no si sta giocando al rinvio sulla pelle dei lavoratori - afferma Susanna Camusso. Il tema dell’energia - osserva la leader della Cgil - è al centro da anni e dimostra che dal governo arrivano solo slogan ma non un’idea concreta di politica industriale per il paese e anche per le aziende interessate è una lunga via crucis". 

"Non c’è nessuna politica industriale coerente per tutelare l’industria italiana - attacca infine Carmelo Barbagallo della Uil. Ci stiamo avventurando in una politica di svendita dei gioielli di famiglia - aggiunge - senza fare politica industriale: Alcoa per l’acciaio, Ilva per la siderurgia, Versalis per la chimica. Non stiamo discutendo di niente e continuiamo a cincischiare. Serve una risposta risolutiva - conclude - il governo si era preso un impegno, lo rispetti".

 

( 16 febbraio 2016 )

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