Giovedì 25 aprile 2024, ore 7:22

Lavoro

Bekaert, epilogo negativo: azienda vuole chiudere

Bekaert ha confermato l'intenzione di chiudere il sito di produzione di Figline e Incisa Valdarno (Firenze), dedicato alla produzione di rinforzi in acciaio per pneumatici, decisione che comporterà il licenziamento di 318 dipendenti. Nell'incontro coi sindacati che si è tenuto ieri a Roma, al Mise, la delegazione della società ha spiegato le ragioni della scelta: negli ultimi anni il sito di Figline non ha generato "una performance finanziariamente sostenibile". Secondo Bekaert, "le perdite degli ultimi anni sono strutturali e irreversibili e hanno portato alla decisione di cessare tutte le attivita'". Il management si e' impegnato ad avviare un confronto per "attenuare l'impatto sociale per i dipendenti interessati e collaborera' a possibili soluzioni di reindustrializzazione che potrebbero delinearsi", si legge in una nota diffusa da Bekaert dopo l'incontro, confermando la posizione già espressa ieri a Firenze durante un incontro coi sindacati negli uffici di Confindustria.

"E' inaccettabile il comportamento della Bekaert che chiude due stabilimenti in Toscana, licenzia 318 lavoratori da un giorno all'altro, ruba le tecnologie e le competenze, e poi delocalizza in Romania. Questo non e' mercato. E' irresponsabilità sociale, mancato rispetto della dignità del lavoro e della persona". Lo scrive su twitter la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, sui licenziamenti confermati dall' azienda multinazionale a Figline d'Arno.

"In trent'anni di attività sindacale non ho mai visto un atteggiamento così arrogante da parte di un'azienda, alla presenza dei lavoratori, delle organizzazioni sindacali, degli enti locali e dello stesso Stato italiano, rappresentato a quel tavolo dal ministro", ha commentato il segretario generale della Cisl Toscana, Riccardo Cerza, al termine dell'incontro al Mise. "L'azienda non è disponibile a sospendere la procedura, ha detto che per loro si può trattare, ma entro 75 giorni, ben sapendo che 14 se ne sono già andati. Non ha voluto prendere in considerazione alternative", aggiunge Cerza, "pur con la disponibilità del ministro di mettere a disposizione tutti gli ammortizzatori possibili e con la nostra disponibilità di cercare una soluzione con l'azienda".

"La posizione del governo", riferisce l'esponente della Cisl, "è stata esemplare. Ha detto chiaramente che in Italia c'è un'etica del lavoro e che una multinazionale non può solo prendere. Ha ribadito che questo atteggiamento da parte loro non viene certo preso bene dallo Stato, che lo portera' a conoscenza degli altri partner europei e che questa cosa non si fermera' in Italia".

Articolo completo domani su Conquiste tabloid

( 5 luglio 2018 )

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