Martedì 23 aprile 2024, ore 18:31

Vertenze

Cala il sipario sulla vicenda ex Embraco

Cala il sipario sulla vicenda ex Embraco. Domani scadono gli ammortizzatori per i 377 lavoratori dello stabilimento di Riva di Chieri e poi saranno tutti licenziati. Un finale che fa male, soprattutto dopo una lotta durata più di 4 anni e portata avanti con coraggio e dignità dagli operai e dalle loro famiglie. Una lotta contro l’indifferenza e il volto spietato della ragione economica che non è riuscita a cambiare il finale a una brutta pagina della storia industriale del Paese. In questa triste vicenda non hanno perso solo i lavoratori, ma tutti. Questa sconfitta collettiva non lenisce però il dolore delle persone coinvolte e non allontana la paura e l’assoluta incertezza per il loro futuro. 

“In più occasioni, incontrando imprenditori, manager, economisti - ha scritto, nell’appello di qualche giorno fa, rivolto agli industriali, l’Arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia - mi sono sentito dire che ci sono ‘regole’ dell’economia o del mercato che non si possono infrangere né modificare, e che determinerebbero l’intero ordine mondiale. Ma poi l’esperienza quotidiana mi insegna che le cose non stanno esattamente così. Per questo, quando sento parlare di regole economiche immutabili, sono a volte un po’ diffidente o perplesso. I profeti di queste leggi sembrano tenere in ben scarso conto la complessità dei meccanismi sociali e degli stessi processi economici”.

Con l’incontro al Mise del 18 gennaio scorso, l’ultimo di una lunga serie, è stata definitivamente scritta la parola ‘fine’ sulla vertenza della ex Embraco. Da quella riunione è arrivata dallo stesso ministero dello Sviluppo economico la conferma che non è mai esistito un piano “B” in grado di garantire un progetto di reindustrializzazione per il sito di Riva di Chieri, che non sono stati previsti altri ammortizzatori sociali e tanto meno immaginati o programmati interventi economici mirati ad una ricollocazione dei lavoratori. 

“La Regione, con le forze e gli strumenti a sua disposizione - ha detto l’assessore al Lavoro della Regione Piemonte, Elena Chiorino - continuerà ad essere al fianco dei lavoratori anche dopo il 22 gennaio, quando terminerà la cassa. Ho promesso che non li abbandoneremo e così sarà. Abbiamo un piano di politiche attive concordato con i sindacati già pronto che potrà partire da febbraio. Sono fiduciosa che la collaborazione tra i sindacati e il mondo imprenditoriale, che si è dimostrato sensibile alla questione, permetterà di sciogliere le resistenze dettate dall’età anagrafica dei lavoratori attivando quell’aggiornamento necessario delle competenze a tutti coloro che vorranno aderire al programma regionale per riavvicinarsi al mondo del lavoro”. 

Fim Fiom Uilm nazionali chiedono invece “un piano straordinario di ricollocazione da parte del Governo, con strumenti di incentivazione alla riassunzione e di sostegno al reddito”. Per Arcangelo Montemarano, che ha seguito in tutti questi anni la vertenza ex Embraco per la Fim Torino-Canavese: “La priorità è definire al più presto con la curatela la procedura di licenziamento collettivo affinché i lavoratori non rimangano dal 22 gennaio senza copertura retributiva. Se così non fosse sarebbe grave per tutti i lavoratori che già vivono una situazione economica drammatica. Ci saremmo aspettati strumenti straordinari su formazione e ricollocazione, considerata anche l’età media dei lavoratori molto alta, invece si scaricano le responsabilità di un piano di ricollocazione tutto sulla regione Piemonte, utilizzando strumenti non del tutto sufficienti per la riqualificazione degli operai” .

Da domani, però, nulla sarà più come prima. Il nostro grande in bocca al lupo ai 377 lavoratori della ex Embraco di Riva di Chieri che in questi anni ci hanno fatto capire l’importanza di lottare in difesa del proprio posto di lavoro e di credere e sperare in un mondo migliore.
Rocco Zagaria 
 

( 21 gennaio 2022 )

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