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Siderurgico

Ex Ilva, protesta al Mise il 23 aprile

Sciopero all’ex Ilva di Taranto il 23 aprile. Disperazione tra i lavoratori che con lo slogan "Transizione ecologica: ora mai più!" , hanno indetto la protesta insieme ai sindacati Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm nello stabilimento, ma anche un presidio sotto la sede del ministero Sviluppo economico. Tra le motivazioni il licenziamento di Riccardo Cristello, il 45enne impiegato che aveva condiviso su Facebook un post, ritenuto denigratorio dall'azienda, che invitava alla visione della fiction Mediaset "Svegliati amore mio" sui danni ambientali e sanitari causati dalle emissioni di un'acciaieria. "Bisogna far sentire la voce dei lavoratori, stanchi di subire - affermano le sigle metalmeccaniche - anni di mancate scelte da parte dei Governi che si sono susseguiti senza mai programmare un futuro di rilancio dello stabilimento di Taranto, sia in termini ambientali che occupazionali. Avviare da subito un confronto con le parti sociali per costruire un futuro, attraverso anche i fondi del Recovery fund, e porre fine a questa estenuante vertenza ormai lunga oltre un decennio". I sindacati affermano che "dal sequestro preventivo dell'area a caldo del 26 luglio del 2012 si continua ad assistere a continue modifiche di piani industriali e ambientali che determinano destabilizzazione nella gestione della fabbrica". "Non si può continuare a vivere in un clima di assoluta incertezza per il futuro di migliaia di lavoratori di ArcelorMittal, Ilva in amministrazione straordinaria e dell'appalto insieme alle criticità ambientali ancora irrisolte - affermano. A questo clima di incertezza - rilevano ancora le sigle metalmeccaniche - si aggiunge un'assenza di seria programmazione di interventi di manutenzione ordinaria-straordinaria e si sopprimono i diritti sindacali. I licenziamenti immotivati, segnano una rottura difficilmente risanabile con chi cerca di reprimere il dissenso a colpi di contestazioni disciplinari. Nel frattempo - aggiungono le sigle - i lavoratori continuano a subire il solito ricatto occupazionale perpetrato dall'azienda che opera con l'unico obiettivo: salvaguardare il proprio profitto". ArcelorMittal continua ad utilizzare impropriamente la cassa integrazione in un'azienda che necessita di un serio piano straordinario di manutenzione". "Inoltre - aggiungono Fim, Fiom e Uilm - troviamo incomprensibile il silenzio del Governo e della gestione commissariale - attualmente proprietaria degli impianti - che non si adopera per verificare realmente le condizioni in cui versa lo stabilimento siderurgico di Taranto". Al Governo, in primo luogo, i sindacati chiedono di fermare "i licenziamenti discriminatori e reintegrare invece i lavoratori illegittimamente licenziati. Forniremo ai ministri del Lavoro e dello Sviluppo economico un dossier dei casi che hanno visto coinvolti alcuni di loro". Si chiede poi una "accelerazione per favorire l’ingresso di Invitalia necessario a garantire il processo di risanamento ambientale e la piena occupazione" nonchè la"individuazione di risorse economiche dedicate esclusivamente alla realizzazione di interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria. Infine la salvaguardia della clausola occupazionale per i lavoratori di Ilva in amministrazione straordinaria, così come previsto dall'accordo del settembre 2018".

Ce.Au.

( 13 aprile 2021 )

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