L'Ufficio del Giudice di Pace di Roma si prepara alla battaglia per le gravi carenze di personale che lo affliggono e stanno portanto la struttura verso il tracollo. Per questo La Cisl Fp Roma Capitale Rieti ha indetto il 31 maggio un presidio di protesta.
"Con una mancanza di copertura degli organici che arriva a un terzo del totale, quattro direttori su quattro che mancano all’appello, il 60% in meno di cancellieri esperti, il 40% di ausiliari e mancanze consistenti anche tra gli assistenti e gli operatori giudiziari, l’Ufficio è in ginocchio", denuncia Marco Sozzi, coordinatore territoriale Cisl Fp della Giustizia. "Il primo avamposto di legalità della Capitale di qui a poco non sarà in grado di celebrare le udienze penali, di gestire i servizi di cancelleria e di assicurare i servizi amministrativo-contabili". La situazione è destinata a peggiorare con i prossimi pensionamenti e di fronte a questo l’amministrazione centrale della Giustizia mostra solo disinteresse e disconoscimento. "Tanto che - rincara il sindacalista - dei 2.700 cancellieri assunti lo scorso anno dal ministero e dei 2.080 operatori giudiziari finora immessi in ruolo, nessuna assegnazione è stata fatta all’Ufficio del Giudice di Pace".
"Ci sono già settori che non riescono a garantire l’apertura quotidiana come l’ufficio copie, l’ufficio sentenze o l’ufficio decreti ingiuntivi. Nel settore penale la situazione è gravissima, i colleghi ancora in servizio, al fine di garantire il regolare svolgimento delle udienze, vengono sottoposti a turnazioni di lavoro massacranti - spiega ancora Sozzi. A ciò si aggiunge la digitalizzazione incompiuta, un processo telematico che è ancora una chimera e la totale assenza di informatici ministeriali e delle società di assistenza e supporto. Il che significa - conclude - che i lavoratori devono sobbarcarsi anche problemi che normalmente gestisce il personale tecnico e che avvocati e cittadini sono costretti ogni giorno ad affollare i corridoi".
Ce.Au.